I dati raccolti mostrano una situazione allarmante della qualità dell’aria e le ripercussioni che si potrebbero avere sulla salute umana e per l’ambiente circostante
Il periodico «l’Ambiente per gli europei» curato della direzione generale Ambiente della Commissione europea, ha pubblicato un servizio molto allarmante sulla qualità dell’aria e sulle ripercussioni sulla salute umana e per l’ambiente circostante. Come spiega Stavros Dimas, Commissario per l’ambiente dell’Ue: «i dati relativi agli effetti dell’inquinamento atmosferico sull’organismo sono decisamente inquietanti. Dobbiamo intervenire con misure adeguate». Secondo studi recenti, infatti, ogni anno in Europa sono circa 400.000 i decessi prematuri attribuiti all’inquinamento atmosferico; anche i ricoveri ospedalieri causati da malattie legate all’inquinamento atmosferico sono aumentati di 100.000: il rischio per la salute pubblica è paragonabile a quello degli incidenti automobilistici o del tabagismo.
Le zone in cui gli abitanti risentono maggiormente di danni alla salute sono il Benelux, l’Italia settentrionale e alcune regioni dei nuovi Stati membri dell’Europa orientale, in particolare Polonia ed Ungheria. Oltre che sulla salute, l’inquinamento atmosferico provoca ripercussioni anche sulla sfera economica: secondo varie ricerche curate dal gruppo britannico Aea, ogni anno i cittadini europei, perdono in media mezza giornata di lavoro per disturbi causati dalla pessima qualità dell’aria, provocando una grossa perdita per l’Unione europea in termini di costi di produttività. Tuttavia il maggior pericolo per la salute degli europei attualmente è dato dal «materiale articolato» noto come Pm, una definizione che comprende l’insieme di polveri o particelle sospese nell’atmosfera il cui diametro viene misurato in milionesimi di metro. Queste particelle minuscole con diametri inferiori a 10 milionesimi di metro (Pm10) o di dimensioni persino più ridotte (Pm2.5), possono essere inalate facilmente e penetrare a fondo nei polmoni, provocando l’insorgenza di gravi malattie cardio-respiratorie. Un’ulteriore minaccia è rappresentata dall’ozono troposferico, o smog fotochimico: l’ozono se respirato sulla superficie terrestre può dare origine a infiammazioni delle vie respiratorie e provocare danni ai polmoni e nei soggetti più sensibili provocarne il decesso.
L’inquinamento atmosferico si ripercuote anche sull’ambiente: le piogge acide continuano ad interessare 240.000 kmq di foreste europee e le conseguenze dell’acidificazione sono ormai irreversibili nel caso di alcuni laghi in Scandinavia. Questo fenomeno intacca i materiali organici e alcuni materiali, provocando danni anche al patrimonio culturale. La presenza di elevate concentrazioni di azoto in ambienti terrestri ed acquatici, inoltre, dà origine al fenomeno dell’eurotrofizzazione e mette a repentaglio la biodiversità nel 45% degli ecosistemi terresti mentre lo smog-fotochimico e l’ozono risultano nocivi per i raccolti.
La legislazione europea ha già fatto molti passi avanti: con i vari provvedimenti presi si è arrivati ad una riduzione del 90-95% delle emissioni prodotte dai singoli veicoli e dalle centrali elettriche. In aprile è stata anche approvata una direttiva per ridurre le emissioni di anidride solforosa da parte dei trasporti marittimi. Si stanno vagliando in Commissione anche varie direttive per promuovere le innovazioni a favore del trasporto pulito. Tra le strategie proposte, la riduzione del 20-25% delle emissioni nocive prodotte dagli scarichi delle auto attraverso l’elaborazione di un nuovo standard di Euro sulle emissioni prodotte da autovetture in particolare quelle diesel.
(Fonte Arpa Toscana)
(22 Luglio 2005)