Gas serra – In Italia inquina più l’energia

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Commenti e giudizi della Unfccc, sul rapporto relativo al 2001. Il settore dell’energia (produzione ed uso) è stato quello che ha maggiormente contribuito alle emissioni di gas serra con una percentuale pari a 83,3% delle emissioni totali. L’agricoltura ha contribuito per un 7,8%, i processi industriali per il 6,3% ed i rifiuti per il 2,4%

È la produzione di energia che crea in Italia più gas serra. È quanto emerge dal rapporto relativo al 2001 della Unfccc che ha commentato e valutato l’ultimo rapporto presentato dall’Italia, relativo al 2001, sugli inventari delle emissioni di gas serra in Italia. Il documento originario è reperibile sul sito web.
Nel 2001, infatti, il maggiore gas di serra emesso in Italia è stato l’anidride carbonica (CO2) il cui contributo sulle emissioni totali di gas di serra è stato pari a 84,5% (esclusi gli assorbimenti e le emissioni dal suolo e dalla vegetazione agroforestale). Al secondo posto vi sono state le emissioni di protossido di azoto (N2O) pari a 8,1% del totale delle emissioni, al terzo posto, le emissioni di metano (CH4), pari al 6,7%. Seguono le emissioni di perfluoro-carburi, idro-cloro-fluoro-carburi ed esafluoruro di zolfo che complessivamente rappresentano lo 0,7% del totale delle emissioni.
Il settore dell’energia (produzione ed uso) è stato quello che ha maggiormente contribuito alle emissioni di gas serra con una percentuale pari a 83,3% delle emissioni totali. L’agricoltura ha contribuito per un 7,8%, i processi industriali per il 6,3% ed i rifiuti per il 2,4%. Le emissioni complessive di gas di serra dell’Italia (escluse le emissioni e gli assorbimenti da parte del suolo e della vegetazione agroforestale) è stata nel 2001 pari a poco più di 545 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente (per la precisione 545.358.300 tonnellate).

In positivo – Quest’ultimo rapporto è molto migliore e più dettagliato di quelli precedenti. Va apprezzato il lavoro svolto e l’impegno manifestato per ulteriori miglioramenti per il futuro.

In negativo – Metodologie e tecniche di valutazione delle emissioni non sempre sono chiari e trasparenti. Inoltre vi sono alcune carenze tra cui: i dati dei perfluoro-carburi non sono completi, mancano i dati di emissione del metano da parte degli inceneritori e i dati di emissione del protossido di azoto e delle altre emissioni provenienti da solventi.

Per quanto riguarda i settori di emissione (energia, agricoltura, ecc.), i dati riportati sono più o meno soddisfacenti, tuttavia il settore riguardante l’uso del suolo, cambiamenti di uso del suolo e le foreste appare carente. Questo settore è particolarmente cruciale perché è un «sink» per l’Italia (i «sink», infatti, si possono sottrarre dalle emissioni in atmosfera per ottenere il bilancio delle emissioni «nette»). Questo «sink», secondo le stime riportate, sarebbe pari ad un assorbitore di anidride carbonica di quasi 18 milioni di tonnellate. Ma questa valutazione potrebbe essere imprecisa perché alcuni dati sono stati omessi o non stimati, ma soprattutto vi sono delle inconsistenze nelle valutazioni riportate.