La ricerca intende studiare alcune specie vegetali umbre meno note al mondo scientifico, allo scopo di capirne e valutarne le caratteristiche ecofisiologiche, per proporne poi l’allevamento in vivaio
Una ricerca finanziata dall’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente vede il Parco del Monte Cucco al centro dell’attenzione da parte di botanici e vivaisti di tutta Italia.
L’Apat sta finanziando uno studio dal titolo «Propagazione di specie vegetali di particolare valore ecologico dell’Appennino Umbro Marchigiano», portata avanti dalla cooperativa Diantene di Costacciaro e Umbraflor srl.
La ricerca è stata proposta dal Parco Regionale del Monte Cucco che, insieme all’Arpa Umbria, all’Arpa Marche, all’Università di Firenze e a consulenti scientifici, è interessato alla conoscenza e alla valorizzazione delle risorse genetiche della flora locale e dell’area appenninica in generale.
/> La novità assoluta è che la ricerca intende studiare alcune specie arboree e arbustive del territorio umbro meno note al mondo scientifico, allo scopo di capirne e valutarne le caratteristiche ecofisiologiche, per proporne poi l’allevamento in vivaio. L’obiettivo ultimo è quello di farle conoscere ai tecnici del territorio e al grande pubblico per le loro capacità colonizzatrici di ambienti aridi, sassosi e degradati, proponendone l’utilizzazione sia per progetti di riqualificazione ambientale che per scopi ornamentali.
Tali conoscenze quindi permetteranno la difesa e buona gestione di queste risorse vegetali, rare o presenti in maniera sporadica sull’Appennino, oltre anche ad incentivarne la loro diffusione come specie utilizzabili nei progetti di recupero ambientale o ingegneria naturalistica. In sintesi, tali operazioni favoriranno concretamente la conservazione del patrimonio genetico locale con la tutela della biodiversità.
I risultati della ricerca, attesi per la fine del 2004, saranno poi diffusi a livello regionale e nazionale. Le piante, adeguatamente coltivate a Gubbio nei vivai forestali di Umbraflor, potranno essere diffuse per progetti di riqualificazione ambientale, ingegneria naturalistica e recupero di aree degradate, ma anche a scopo ornamentale (alcune di esse hanno delle bellissime fioriture).
Queste piante, anche se rare, sono interessanti anche per la loro rusticità: il loro utilizzo, si spera, ne favorirà la loro conservazione e la diffusione nel territorio regionale, incrementando la biodiversità e la valorizzazione delle risorse genetiche botaniche autoctone.
Per informazioni contattare: Roberto Salvatori, Presidente Coop. Diantene, 075/92.51.051 – coopdiantene@hotmail.com o Beti Piotto, APAT 06/44.44.25.96 – piotto@apat.it