Il rumore provocato dai veicoli a due ruote, in particolare dei ciclomotori 50 cm3, risulta molto più fastidioso di quello emesso da autoveicoli o da mezzi pesanti, essendo l’orecchio umano più sensibile alle alte frequenze piuttosto che alle basse. Gli scooter di piccola cilindrata possono essere considerati, perciò, acusticamente più inquinanti di quelli di grossa cilindrata, nonostante questi ultimi registrino dei livelli di rumore in assoluto più alti
Il rumore è sicuramente uno dei fattori di nocività più diffusi che inquinano l’ambiente in cui l’uomo vive e lavora, con conseguenti effetti negativi sulla salute. Nelle nostre città vi sono innumerevoli fonti di disturbo sonoro di diverse origini e tipologie, ma senza dubbio in ambito urbano il contributo maggiore è dovuto al traffico veicolare. Per contribuire allo studio di un fenomeno complessivamente sottovalutato nel nostro paese e fornire uno strumento di riflessione, la Provincia di Padova ha realizzato uno studio in collaborazione con Legambiente e la consulenza scientifica del Dipartimento di Fisica Tecnica dell’Università di Padova sul rumore prodotto dai motorini. A fronte di una sempre maggiore presenza di veicoli a due ruote nelle nostre città, assai limitate sono le informazioni sul rumore che essi producono. Si è notato come, al diminuire della cilindrata dei motocicli, aumenti la componente ad alta frequenza del rumore. Quindi, il rumore provocato dai veicoli a due ruote, in particolare dei ciclomotori 50 cm3, risulta molto più fastidioso di quello emesso da autoveicoli o da mezzi pesanti, essendo l’orecchio umano più sensibile alle alte frequenze piuttosto che alle basse. Gli scooter di piccola cilindrata possono essere considerati, perciò, acusticamente più inquinanti di quelli di grossa cilindrata, nonostante questi ultimi registrino dei livelli di rumore in assoluto più alti.
La ricerca ha rilevato la rumorosità di 623 veicoli (601 ciclomotori e 22 motocicli) individuati presso alcuni complessi scolastici della Provincia di Padova. Oltre il 60% dei ciclomotori analizzati è risultato superare i limiti previsti dalla Direttiva Europea 97/24/CE (71 db(A) per i ciclomotori in grado di superare i 25 km/h; 77 dB(A) per i motocicli che abbiano una cilindrata inferiore ai 175 cm3), anche con il motore al minimo regime di rotazione, mentre per i motocicli il superamento riguarda il 10% del campione. Tutti i ciclomotori misurati durante la fase di accelerazione-decelerazione hanno presentato livelli di emissione sonora al di sopra del limite prescritto per i veicoli di 50 cm3 dalla Direttiva Europea.
Le rilevazioni effettuate sui ciclomotori elaborati (circa il 19% del campione) hanno evidenziato livelli di rumorosità che possono raggiungere e superare i 100 dB (A) con picchi anche di 128 dB (A), paragonabili a quelli di un aereo in fase di decollo. La marmitta è risultato l’elemento di gran lunga più modificato e causa principale di livelli di rumore molto elevato e fastidioso. Si evidenzia quindi come sia importante valutare gli effetti sulla salute di tale rumorosità, non solo per la popolazione complessivamente esposta al rumore urbano, ma anche per gli utenti di questi veicoli. E’ infatti legittimo ipotizzare, nel caso di frequente utilizzo la presenza di disturbi uditivi per il conducente, specie se dotato di un casco non integrale, che fornisce attenuazioni acustiche modeste.
(Fonte Arpa Toscana)