La Cina è un grande esportatore di derrate alimentari, anche verso l’Italia. Sulla sicurezza di questi prodotti ora vigilerà il Consiglio nazionale delle ricerche, con un laboratorio del Dipartimento agroalimentare nello Shandong e formando esperti cinesi nei propri istituti
Circa 200 mila tonnellate l’anno tra succhi di frutta, conserve di pomodoro, semilavorati di verdure, pesce, crostacei provenienti soltanto dallo Xinjiang nordorientale e dalla Mongolia interna. L’Italia è un fortissimo importatore di derrate alimentari cinesi. Importazioni non più a rischio, grazie al laboratorio agroalimentare in corso di realizzazione con la supervisione scientifica del Cnr in virtù di un accordo di collaborazione tra i due Paesi. «Formazione di ricercatori presso i nostri laboratori, valorizzazione delle biorisorse locali e sviluppo di tecniche colturali agrosostenibili, sicurezza e qualità alimentare e ambientale. Sono questi i punti fondamentali dell’accordo», spiega Francesco Cannata, ricercatore dell’Istituto di