Greenpeace e scienziati russi contro il maxi–oleodotto

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In caso di rottura delle condotte, in un tempo che gli esperti valutano tra i 20 minuti e i due giorni, il lago Baikal, uno specchio di acqua pura e cristallina, noto come la «perla della Siberia» verrebbe inondato da novemila tonnellate di greggio

Stop al maxi-oleodotto della Siberia che rischia di distruggere uno degli ecosistemi più preziosi e fragili del Pianeta. Per fermare i 4.200 chilometri di pipeline in una zona che l’Unesco ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità, il lago Baikal, in Russia, è nata un’inedita alleanza fra gli attivisti di Greenpeace e un gruppo di scienziati russi. Da giorni attivisti dell’associazione ambientalista protestano di fronte al quartier generale del Rostekhnadzor, l’Agenzia federale russa per i controlli ecologici, accusata di cercare di mettere il bavaglio agli esperti che hanno bocciato il progetto. Il tubo passa ad appena 800 metri dalla riva e in caso