Quando la comunicazione sociale si serve del tasso… alcoolico

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Etichette di vino con messaggi per tenere sempre desti i problemi che coinvolgono le nostre città

L’originalità comunicativa, in un momento di bassa creatività nel campo della comunicazione sociale, va sempre premiata e segnalata. E cosa va meglio associato in campo di spiritosità se non il vino?

Ma la creatività è un problema alcoolico? È la domanda che si stanno ponendo quelli che hanno ricevuto (rappresentanti istituzionali, amministrazioni, associazioni di categoria, mondo dei media) alcune bottiglie Grifo di Ruvo di Puglia, primitivo, bianco e novello, con etichetta «Imagic».
Il messaggio lanciato attraverso un mezzo inusuale vuole far assaporare il gusto del 2008 in modo diverso, dimostrando che la comunicazione è anche una questione di etichetta. In Puglia, e non solo, il marchio fa la differenza e la forza di un’idea sta nei suoi valori.

L’idea nasce dall’associazione di talenti, risorse e professionalità che offrono servizi e prodotti integrati che spaziano nella filiera della comunicazione, in un’unica parola: Imagic. Filo conduttore di questa campagna «liquida» sono i temi sociali trattati con la vena ironica di una baresità sentita e verace.
Ne sono esempio la sigla «Doc», acronimo di Denominazione di origine clandestina, o altre denominazioni «di extra comunitario sfruttato» e «di lavoratore co.co.co».
Su alcune etichette si legge «Rozzo di Puglia. Denominazione di Origine Protetta. Imbottigliato con il metodo primitivo», «Extra Comunitario Dolce. Denominazione di Origine Clandestina. Imbottigliato in occasione dell’ultimo sbarco» ed anche «U’sbianc! Denominazione di fregatura inaspettata. Imbottigliato all’anvam!», cioè a tradimento.

Un modo ironico per dire verità e per tenere sempre aperta l’agenda dei nostri problemi più cogenti. Spesso l’ironia è più penetrante di leggi al limite della democrazia.
(28 Dicembre 2007)