Non provengono da parti commestibili delle piante, ma dal fusto, dalle foglie e da altri tipi di residui che contengono carboidrati (cellulosa, emicellulosa e lignina)
La nuova frontiera dei biocombustibili è il bioetanolo di seconda generazione. La differenza con la prima generazione è nelle materie prime impiegate e, parzialmente, nei processi utilizzati per ottenerlo.
L’etanolo in circolazione attualmente è frutto della fermentazione dello zucchero e dell’amido (ad esempio di mais o grano), mentre quello di seconda generazione non proviene da parti commestibili delle piante, ma dal fusto, dalle foglie e da altri tipi di residui che contengono carboidrati (cellulosa, emicellulosa e lignina).
Non c’è alcuna differenza invece nel prodotto finale, l’etanolo appunto, che presenta qualità e prestazioni assolutamente identiche.
La seconda