Balneazione – L’Arpacal trasferisce know-how alla Sardegna

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I risultati ottenuti dall’Agenzia ambientale calabrese nel monitoraggio marino costiero e nella balneazione sono stati oggetto di un workshop a Cagliari

Le conoscenze tecnico scientifiche che l’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria) possiede nell’ambito del monitoraggio dello stato di salute dell’ambiente marino costiero e del controllo della balneazione delle coste calabresi, sono state oggetto di una tre giorni di studi che si è conclusa oggi a Cagliari.
Il workshop, infatti, rientra nell’ambito del gemellaggio fra l’Arpacal e le Arpa di Sardegna e Toscana, programmato per trasferire il know-how tecnico-scientifico all’agenzia ambientale sarda nella gestione dei sistemi logistici e dei modelli operativi finalizzati al monitoraggio dello stato di salute dell’ambiente marino costiero, nonché nella complessa materia della caratterizzazione dei sedimenti marini che vengono movimentati in ambito portuale o costiero.
Nel complesso, il gemellaggio è stato attivato in seguito alla nuova Convenzione Quadro siglata il 3 aprile 2007 fra l’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (Apat) e il ministero dello Sviluppo Economico (individuato nel Servizio per le politiche dei Fondi strutturali comunitari del Dps).
Il Direttore scientifico dell’Arpacal, dott. Antonio Scalzo, ha guidato nella tre giorni cagliaritana l’équipe di tecnici dell’Agenzia ambientale calabrese, intervenendo nei diversi seminari per presentare le esperienze calabresi nello specifico settore del monitoraggio marino costiero e della balneazione.
«La nostra Arpa ? ha commentato Scalzo ? sta lavorando con grande impegno sulla tematica della qualità delle acque del mare, e anche della balneazione, in stretta sinergia con la Presidenza della Giunta regionale e l’Assessorato alle Politiche dell’Ambiente. I risultati che sono stati anticipati dalla stampa in questi giorni, diffusi da una importante associazione ambientalista, confermano l’impegno della nostra agenzia nel raggiungere l’obiettivo comune di un controllo dettagliato sulle criticità ambientali. Una sola precisazione ? conclude Scalzo ? mi corre l’obbligo di fare in riferimento ai dati pubblicati sulla balneazione. Questi sono elaborati dall’Arpacal e trasmessi annualmente al ministero della Sanità e, successivamente, considerati dalla Regione al fine della individuazione dei divieti di balneazione. Su questi ultimi, infine, occorre precisare che la gran parte dei divieti citati dall’associazione ambientalista, si riferiscono a tratti di mare, come quelli nei pressi delle foci di fiumi e torrenti nonché alle uscite dei depuratori o negli specchi d’acqua dei porti, in cui il divieto di balneazione è comunque imposto per legge».

(16 Maggio 2008)