L’emissione di un qualsiasi gas inquinante verso l’atmosfera si può definire come «flusso», ovvero come massa emessa per unità di tempo e superficie. L’emissione è quella che tutti noi cittadini determiniamo usando l’auto o accendendo l’impianto di riscaldamento. Più emettiamo, viene da pensare, più elevato è il rischio che aumenti la concentrazione del gas inquinante nell’atmosfera che respiriamo. Ma questo è vero fino ad un certo punto. Infatti, a parità di emissione, avremo concentrazioni molto alte in certe condizioni ambientali (basse temperature, assenza di vento) e concentrazioni addirittura normali in giornate ventose e soleggiate. Il flusso si esprime come micromoli al metro quadro per secondo (µmol m-2 s-1) ed è concettualmente diverso dalla definizione di concentrazione che si esprime come una quantità riferita ad un volume. L’effetto negativo dell’inquinamento sulla salute è funzione diretta delle concentrazioni a cui l’uomo viene esposto, mentre la causa delle concentrazioni elevate sono le emissioni misurate come flussi di gas o di inquinanti. In questo modo per conoscere l’entità del rischio per l’uomo bisogna conoscere e misurare le concentrazioni, quindi i livelli di esposizione, mentre per verificare l’efficacia delle politiche atte a ridurre l’inquinamento bisogna poter conoscere e misurare direttamente le emissioni in termini di flusso.