Italia Nostra – Gruppo interregionale Pollino sul giudizio della Corte dei Conti sugli incendi boschivi

406
Tempo di lettura: 3 minuti

Italia Nostra – Gruppo Interregionale del Parco Nazionale del Pollino interviene in merito ai gravi giudizi espressi dalla Corte dei Conti sul mancato contrasto agli incendi ed al caos legislativo e duplicazione di strutture e uffici in Calabria. È allarmante dover constatare come la Corte dei Conti giudichi che vi sia stata «scarsa attenzione alla prevenzione, disarticolazione normativa, appalti poco chiari, mancato trasferimento delle deleghe agli enti locali, sprechi nella gestione delle risorse economiche». Dalla relazione del magistrato Quirino Lorelli ? continua Italia Nostra, Gruppo Interregionale del Pollino – che ha preso in esame l’andamento degli ultimi anni si rileva come nel periodo compreso tra il primo gennaio e il 2 settembre 2007 emerga un quadro di connivenze colpevoli che hanno portato ad un aumento del 70% sul numero degli incendi, del 270% per la superficie totale percorsa dalle fiamme, oltre a un aumento del 350% dei boschi colpiti dai roghi e del 210% delle aree non boscate.
Dati drammatici, che evidenziano, secondo il magistrato, una serie di disarticolazioni negli interventi degli enti preposti e probabilmente ne sarebbero le dirette conseguenze. La legislazione regionale «non prevede una unitaria disciplina del fenomeno», dal momento che «il quadro caotico della legislazione calabrese ma anche lucana in materia di prevenzione e repressione degli incendi, è intrecciato con quello in materia di protezione civile, dando luogo ad una inutile duplicazione di strutture, uffici, burocrazie, con conseguente aggravio per le finanze regionali».
La spesa sostenuta dalla Regione Calabria, è definita dalla magistratura contabile come «caratterizzata per una ridotta attenzione alle attività di prevenzione degli incendi, rimanendo incentrata verso il mantenimento dei posti di lavoro degli operai idraulico forestali o al finanziamento delle attività dei consorzi di bonifica».
La lente di ingrandimento della Corte dei Conti è finita anche sulle campagne pubblicitarie antincendio, per le quali la magistratura contabile «deve richiamare la Giunta regionale calabrese – ha affermato il relatore – ad un’opera indispensabile di chiarificazione di queste voci di spesa». Infatti, è stato richiamato «un uso indiscriminato e incontrollato dell’acquisizione di servizi senza alcuna procedura di evidenza pubblica».
Allarmante la situazione delle procedure di gara per il servizio di spegnimento aereo, utilizzate sia nel 2002 sia nel 2005, che presentano, secondo Lorelli, «diversi margini oscuri relativamente alla correttezza e regolarità, nonché alla loro rispondenza ai dettami della normativa nazionale e comunitaria».
La Corte dei Conti ha sottolineato infine come «l’innalza mento della spesa destinata solo alle attività di spegnimento, non abbia garantito risultati migliori». Necessita infine rivedere, secondo la magistratura contabile, l’utilizzazione delle risorse umane, con una serie di provvedimenti che dovrebbero riguardare soprattutto gli operai idraulico forestali, mentre per i vigili del fuoco e, soprattutto, per il Corpo forestale è stato affermato che «la competenza e la professionalità acquisita risulta compromessa dalla ingiustificata riduzione delle dotazioni infrastrutturali e di uomini» che nel parchi nazionali calabresi e lucani sono stati ridotti anche in mezzi con la conseguenza di non poter garantire il servizio 24 ore su 24. Infine


la magistratura contabile calabrese rileva «ombre sulle gare del servizio aereo».
«Margini oscuri» sulla correttezza e la regolarità di due gare di appalto per l’aggiudicazione nel 2002 e nel 2005, dei servizi di spegnimento aereo degli incendi boschivi in Calabria. Gara questa vinta dalla Eli-Fly. In conclusione Ingp (Italia Nostra Gruppo Pollino) invita l’amministrazione del Parco del Pollino e la Regione Calabria a riflettere su questi dati allarmanti della Corte dei Conti che non hanno al momento causato però alcuna dimissione tra i responsabili del settore anche se riguardano un fenomeno, quello degli incendi, che sta rischiando di compromettere definitivamente la sopravvivenza dell’area protetta più grande e vessata del Mediterraneo. Problema che dovrebbe essere tenuto in conto molto più seriamente della riperimetrazione con finalità di sfruttamento del territorio per i quali sono subito pronte delle commissioni nominate ad hoc tra i sindaci, della costruzione di infrastrutture invasive o di iniziative puramente pubblicitarie quali quella del «paniere del Parco» presentato nelle ultime ore con tanti bei prodotti alimentari tipici di un parco che sta diventando però sempre più una sigla, un nome e non una vera area naturale tutelata fattivamente dagli enti pagati per questo col denaro dei contribuenti.