In prima fila per il cambiamento ci devono essere le Pmi italiane. Il tessuto primo dell’economia nazionale sono infatti le migliaia di aziende spesso a gestione familiare che si legano con rapporti diretti sul territorio dove insistono con il loro insediamento, dove dipendenti e management vivono gomito a gomito.
Per una rete così fitta di rapporti, dove economia e società perdono i contorni definiti, è essenziale che la responsabilità sociale sia pratica quotidiana, sia perché porta ad una crescita competitiva, sia perché migliora. Ad aiutare le scelte e gli orientamenti responsabili degli imprenditori il ministero del Welfare ha avviato un progetto per aprire presso ogni Camera di Commercio entro il 2006 uno sportello dove ricevere informazioni e sostegno. Al momento ne sono già attivi 19, entro il 2005 ne saranno avviati altri 40, per arrivare a 103.
«La responsabilità sociale sarà una vera opportunità per gli imprenditori spiega il ministro Maroni ? quando saranno avviati i Fondi pensione etici, i capitali serviranno per investimenti a favore di imprese che sapranno dimostrare la loro capacità di sostenere il territorio. Stiamo parlando di fondi di almeno 7 milioni di euro l’anno».
Il modello di sviluppo di riferimento è il sistema inglese, anche se in Italia si cerca di creare un esempio «all’italiana» dato il particolare tessuto produttivo. Tre saranno i caposaldi: crescita per i dipendenti; iniziative di solidarietà sociale; uso di materiali sostenibili.