Luci ed ombre della questione ambientale

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Il 28 febbraio scorso la Cina ha votato la prima legge per la promozione delle fonti energetiche rinnovabili, la quale entrerà in vigore l’11 gennaio 2006.
Secondo Greenpeace questo provvedimento è una sferzata che farà decollare le rinnovabili e che, data l’enorme potenzialità dell’economia cinese, potrebbe addirittura trasformare i mercati globali. Inoltre sono stati intrapresi programmi di cooperazione con numerosi paesi, tra cui l’Italia. Si va dal monitoraggio ambientale agli studi per un’agricoltura sostenibile nelle aree rurali depresse e a rischio di desertificazione. In collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea è in corso il programma Dragon, articolato in diverse aree tematiche tra cui la mappatura delle foreste, il rilevamento della desertificazione e la previsione delle inondazioni.
Nel frattempo migliaia di abitanti della provincia di Zhejiang (Cina orientale) sono in rivolta perché il 10 aprile la polizia ha ucciso due delle 200 donne che manifestavano contro impianti chimici ritenuti altamente inquinanti.
Per non parlare della condizione degli animali: seviziati, mutilati, scuoiati o bolliti vivi, a seconda del loro impiego per la medicina tradizionale, l’alimentazione o quant’altro. Uno scenario da medioevo prossimo venturo, più che da futura superpotenza, supportato da filmati e fotografie eloquenti, ma così vasto e diffuso da richiedere una trattazione a sé.