«Qualità dell’aria: pollini e licheni»

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Pollini e licheni sono tra gli organismi più utilizzati come
bioindicatori della qualità dell’aria e, non a caso l’opuscolo
è dedicato proprio ad essi. Più precisamente, la scheda illustra
come e perchè pollini e licheni possano essere utilizzati per il lavoro di biomonitoraggio dell’aria, e come l’Arpat se ne stia effettivamente servendo per i suoi studi. L’opuscolo si compone dunque di due parti: la prima dedicata ai pollini e all’aerobiologia; la seconda dedicata ai licheni. Come afferma la scheda informativa, l’aerobiologia è una «scienza che studia le particelle di origine biologica presenti nell’atmosfera (pollini, spore fungine, batteri, acari, alghe,licheni, ecc.) in relazione anche ai loro effetti sull’ambiente». Il suo ambito di applicazione spazia in molti campi scientifici, quali ad esempio la fitopatologia, l’agricoltura, la biodiversità, l’inquinamento atmosferico, il clima, ecc.
Fin dalla sua costituzione, l’Arpat si è occupata anche di
aerobiologia, dedicandole un’apposita Articolazione Regionale
Funzionale con sede presso il Dipartimento Provinciale
di Pistoia. Il biomonitoraggio di pollini e spore fungine, un importante ambito di interesse dell’aerobiologia, rappresenta un settore di studio di particolare importanza, visti gli effetti che tali sostanze possono avere sulla salute umana. Per questo motivo l’Arpat si occupa della realizzazione di calendari che illustrano la presenza atmosferica di pollini e di altre spore nell’arco dell’anno.
Questi calendari, di cui è riportato un esempio anche all’interno della scheda informativa, sono disponibili sul sito
internet dell’Arpat e sono decisamente utili soprattutto per
chi soffre di allergie da pollini e spore.
Inoltre l’Articolazione Funzionale Regionale di Aerobiologia
elabora ogni settimana un bollettino dei pollini e delle spore fungine aerodisperse sulla base delle rilevazioni fatte dalle stazioni di campionamento regionali. Il bollettino è disponibile sul sito www.arpa.toscana.it alla sezione «Monitoraggio e controllo-aria», e qui di seguito ne riportiamo l’esempio pubblicato nella stessa scheda informativa e relativo a una settimana di maggio 2007.
Come già accennato, la seconda parte dell’opuscolo è dedicata invece ai licheni. Questi sono dei buoni bioindicatori
dell’inquinamento atmosferico per le loro caratteristiche organiche. Essi infatti, oltre ad essere diffusi praticamente ovunque, sono particolarmente sensibili agli agenti inquinanti
in quanto, non avendo radici, assorbono le sostanze loro
necessarie esclusivamente dall’atmosfera. Essi hanno inoltre una lenta capacità di riparare i danni e di liberarsi delle sostanze tossiche accumulate, lasciando così evidenti i segni dell’inquinamento. Dunque, dall’osservazione dello stato di benessere dei licheni, è possibile rilevare l’inquinamento atmosferico dell’ambiente ad essi circostante. Fin dal 1996, l’Arpat si avvale perciò di numerosi biologi per rilevare la qualità dell’aria attraverso lo studio dei licheni epifiti (che crescono cioè sul tronco di alberi). Il monitoraggio si basa sull’applicazione di un’apposita struttura a rete intorno ai tronchi degli alberi presi in esame (da 3 a 12 alberi per area di studio), come mostrato nella foto qui riportata.
Il reticolo consente il campionamento delle specie licheniche
presenti e, dunque, la rilevazione del livello di inquinamento, sulla base della loro densità e del loro stato di salute.
La presenza di sostanze inquinanti causa infatti nei licheni la riduzione della fotosintesi per danneggiamento della clorofilla, lo scolorimento e la modificazione della forma, la diminuzione
delle specie di licheni e del numero di individui all’interno di ogni specie. Monitoraggi di questo tipo rappresentano
un utile strumento per rilevare l’inquinamento atmosferico in una vasta tipologia di aree, siano esse urbane, boschive o prossime a sorgenti inquinanti. Tali rilevazioni permettono inoltre la raccolta di dati utili sia per studi epidemiologici (per approfondire le relazioni tra inquinamento atmosferico e rischio sanitario), sia per indagini per la Valutazione di Impatto Ambientale (Via). L’Arpat è attualmente impegnata nel Progetto Nazionale di Studio della qualità dell’aria tramite licheni epifiti promosso da Apat. Questo progetto si avvale di circa 930 stazioni di rivelamento distribuite su tutto il territorio nazionale, 65 delle quali si trovano in territorio toscano. I dati raccolti permettono la realizzazione di utili mappe a livello locale, regionale e nazionale, in cui il territorio
viene suddiviso in zone di diverso colore a seconda del diverso livello di concentrazione di sostanze inquinanti (vedi l’esempio di mappa colorata tratto dall’opuscolo e riportato qui di seguito). Studi di questo genere risultano infine
particolarmente importanti per la salvaguardia della salute umana, animale, vegetale e, più in generale, ambientale.
La sesta scheda informativa vuole dunque evidenziare l’importanza e l’utilità dei biomonitoraggi ivi descritti.