Scheda tecnica del Wwf su influenza aviaria

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Il governo indonesiano ha dichiarato lo stato di epidemia, l’influenza aviaria è in piena espansione e si sta progressivamente spostando verso ovest. Dal 2003 ad oggi sono morte oltre 60 persone e sono stati abbattuti oltre 150 milioni di animali. I vettori del virus sono stati gli uccelli migratori giunti dall’estremo oriente asiatico dove sono stati contagiati dagli animali d’allevamento infetti.
La Fao, a fine Agosto, ha reso pubblici documenti che evidenziano la necessità che tutti i Paesi lungo le rotte migratorie ? tra i quali l’Italia ? attivino sistemi di sorveglianza anche sugli animali selvatici, adottando tutte le misure necessarie affinché siano ridotti il più possibile e tenuti sotto controllo i contatti stretti tra esseri umani, uccelli d’allevamento ed avifauna selvatica migratoria.
Gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ritengono che il virus dell’influenza aviaria ha il potenziale per scatenare una pandemia, ovvero un’epidemia su scala mondiale dalle conseguenza devastanti.
A fronte dell’enorme stanziamento di somme per prevenire e controllare la situazione ed evitare la pandemia, è pacifico che il Governo riconosce la pericolosità della questione e che pertanto intenda fornire le migliori soluzioni possibili.
Su queste basi, allora riteniamo che per il momento le misure che il Governo, ed in particolare il ministro della Salute, hanno predisposto non siano efficaci per prevenire la diffusione del virus e probabilmente neanche sufficienti rispetto al controllo della diffusione del virus stesso. Esse infatti sono solo misure dirette a intervenire sull’organico dei ministeri e ad impegnarsi per l’acquisto di vaccini con enorme esborso per lo Stato, senza sapere se mai si verificherà la pandemia e senza adottare misure dirette al controllo delle specie di avifauna acquatica.
Il Wwf ritiene piuttosto che sia necessario intervenire con misure dirette innanzitutto ad evitare la causa della malattia: il contatto dell’animale infetto con la persona. È in questo ambito che emerge la necessità di intervenire nell’immediato sull’attività venatoria, ovvero sulla revisione delle specie cacciabili escludendone le specie a rischio contagio. Pur sapendo che il ministero della Salute non è direttamente competente in materia, ciononostante riteniamo non si possa esimere dall’invitare il Ministro delle Politiche agricole ad intervenire in tal senso per ragioni di salute pubblica e per la necessaria responsabilità nei confronti degli stessi cacciatori che continuano a rischiare il contagio al contatto con le prede da loro cacciate, non tralasciando poi il fatto che possono aumentare il pericolo di diffusione anche a chi non esercita la caccia ma si trova senza saperlo vicino ad esemplari di fauna malata o infetta.

(Fonte Wwf Italia)