Una ricercatrice indiana contro la Monsanto

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Contraria tra i contrari, la dottoressa Vandana Shiva ha creato in India l’attivissima «Research Foundation for Science, Technology and Ecology» (www.vshiva.net/index.html) allo scopo di preservare la biodiversità e proteggere i diritti della popolazione dall’ingerenza di forti interessi economici nel campo delle monocolture.
In questo ambito, accusa la Monsanto per aver sponsorizzato in Asia alcuni progetti definiti «di sviluppo» e cita come esempio il caso della Thailandia, dove la multinazionale collabora con un Istituto di ricerca delle Filippine ad un programma finanziato dalla Banca Mondiale.
La dottoressa Shiva denuncia che i contadini vengono spinti a servirsi del micro-credito per acquistare pesticidi e sementi geneticamente modificate: poiché queste ultime sono sterili, sono costretti a riacquistarle dopo ogni raccolto e questo crea un circolo vizioso. Pare siano numerosi i suicidi causati dalla frustrazione di dover lavorare sino allo sfinimento per far fronte ai debiti contratti e tuttavia non riuscire mai a saldarli.