Qualità dell’aria – Aggiornati gli indicatori in Europa

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La situazione relativa a particolato, biossido di azoto, ozono e biossido di zolfo nelle aree urbane

L’Agenzia europea dell’Ambiente (Eea) ha approvato nel marzo 2004 un set di indicatori a livello europeo di cui ha recentemente aggiornato (dicembre 2008) quelli inerenti la qualità dell’aria in area urbana e le emissioni in atmosfera. In particolare gli indicatori relativi alla qualità dell’aria riassumono ed analizzano le informazioni inerenti il non rispetto dei limiti normativi imposti a livello europeo per il particolato (PM10), il biossido di azoto, l’ozono e il biossido di zolfo.

Particolato (PM10)

L’Agenzia premette, per questo particolare inquinante, che i risultati ottenuti vanno letti alla luce di considerazioni inerenti l’effettiva disponibilità negli anni di dati ad esso relativi e la loro rappresentatività per l’intero territorio europeo. Viene fatto presente, infatti, che il monitoraggio di tale inquinante e iniziato solo di recente e che, per questo motivo, i dati validi precedenti all’anno 1997 non sono rappresentativi per l’Europa mentre negli anni 1997-2006 in alcune aree il numero di stazioni di rilevamento era relativamente ridotto e, quindi, scarsamente rappresentativo di tutto il territorio europeo; inoltre l’incremento del numero di stazioni di rilevamento ha causato negli anni una variazione della copertura spaziale delle stesse (osservazione valida anche per gli altri inquinanti).
L’analisi condotta evidenzia come nel periodo fra il 1997 ed il 2006, una significativa percentuale della popolazione urbana europea (18-50%) è stata potenzialmente esposta a concentrazioni di PM10 superiori ai limiti stabiliti dalla Unione europea (Ue) per la protezione della salute umana (meno di 35 superamenti l’anno della media giornaliera di 50 microgrammi/m3).
Non sono identificabili tendenze chiare nel periodo.
L’Eea conclude sottolineando il fatto che le serie cronologiche osservate sono brevi e che la variabilità meteorologica naturale e molto grande quindi non e possibile trarre conclusioni precise sulla possibile tendenza dei dati.
L’Agenzia ritiene però che, nell’immediato futuro, malgrado le probabili riduzioni future delle emissioni dei precursori del particolato, le concentrazioni PM10 rimarranno ben al di sopra dei valori limite giornalieri nella maggior parte delle aree urbane.

Biossido di azoto (NO2)

Nel periodo fra il 1997 ed il 2006, fra il 18-42% della popolazione urbana europea e stato potenzialmente esposto a concentrazioni di NO2 superiori ai limiti stabiliti dalla Ue per la protezione della salute umana (media annuale di 40 microgrammi NO2/m3). Si registra una tendenza alla diminuzione.

Ozono (O3)

Nel periodo fra il 1997 ed il 2006, fra il 14-61% della popolazione urbana europea e stato potenzialmente esposto a concentrazioni di O3 superiori ai limiti stabiliti dalla Ue per la protezione della salute umana (meno di 25 superamenti l’anno della media giornaliera su 8 ore di 120 microgrammi O3/m3 mediata su tre anni ). Per l’anno 2006, in particolare, tale percentuale raggiunge circa il 98% mentre circa il 47% della popolazione urbana e stato esposto a tali concentrazioni per più di 25 giorni all’anno.
Il livello previsto e stato superato per un’ampia zona e in generale per un numero di giorni superiore ai 25 giorni.

Biossido di zolfo (SO2)

Nel periodo fra il 1997 ed il 2006 la percentuale della popolazione urbana europea potenzialmente esposta a concentrazioni di SO2 superiori ai limiti stabiliti dalla Ue per la protezione della salute umana (meno di tre giorni all’anno con una media giornaliera superiore a 125 microgrammi SO2/m3) decresce fino a raggiungere valori molto vicini all’1%, e la tendenza e al rispetto generalizzato di tale limite.

(Fonte Elisa Bini del Centro Regionale di Tutela della Qualità dell’Aria Arpat, Crtqa)