I rifiuti diventano sabbia

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È stato brevettato un impianto innovativo che trasforma i rifiuti raccolti dallo spazzamento delle strade in materiali edili

Brevettato dal Gruppo esposito di Gorle (Bergamo) un impianto innovativo in grado di trasformare i rifiuti raccolti dallo spazzamento delle strade in materiali edili come ghiaino, sabbia e ghiaietto di qualità certificati, poi rivendibili nel mercato dell’edilizia. Così facendo si evita il trasporto degli stessi in discarica.

Il primo impianto pilota sorge proprio a Gorle gestito direttamente dal gruppo bergamasco e in cui vengono riciclati circa 180 tonnellate di rifiuti urbani.

L’impianto, entrato in funzione 5 anni fa, vuole essere una sintesi dell’esperienza maturata nella gestione dei rifiuti, abbinata a tecnologia ed innovazione.

Al primo impianto è poi seguito un secondo realizzato 2 anni fa a Brescia e un terzo realizzato l’anno scorso a Liscate (Milano). Un quarto impianto è in fase di collaudo ed è a Milano in via Silla, che consentirà il recupero di oltre il 70% del rifiuto in ingresso, trasformando tonnellate di rifiuti raccolti sulle strade in materiali edili.

Il presidente del gruppo bergamasco crede ancora in un futuro attento alle problematiche ambientali e in un equilibrio tra il progresso, la qualità della vita e dell’ambiente, ed afferma che i rifiuti, se opportunamente trattati possono diventare un’importante risorsa. La dimostrazione è proprio l’innovativo impianto primo in Europa che grazie ad uno speciale sistema di trattamento prevede tre diverse fasi di lavorazione, quali:

1.     La prima fase consiste nel lavaggio dei rifiuti in controcorrente, basato sul rimescolamento e sullo sfregamento reciproco delle particelle dei materiali di rifiuto che, sospinte da palette opportunamente sagomate, vengono dilavate da un flusso di acqua pulite in controcorrente.

2.     Si passa poi alla ciclo natura con separatori a spirale in cui le azioni gravitazionali e centrifughe indotte dal flusso lungo il condotto delle spirali, determinano la separazione della frazione organica fine, consentendo di ottenere sabbie esenti da sostanze organiche.

3.     La terza ed ultima fase, ovvero il trattamento chimico-fisico-biologico della torbida, consente di depurare le acque utilizzate nei primi due passaggi, rimettendone in circolo circa l’80%. Il processo di lavaggio consente quindi di recuperare materiali come sabbia, ghiaino e ghiaietto, certificati secondo le norme Uni En 12620, 13043, 13139 e 13242).

Il sig. Esposito dichiara che oltre ai vantaggi già citati c’è anche un incremento delle percentuali di raccolta differenziata, la diminuzione dei costi di smaltimento ma soprattutto la possibilità di ridurre l’escavazione degli alvei e delle cave, con considerevoli benefici ambientali ed economici.

L’impianto così attua infatti i principi contenuti nelle direttive comunitarie, regionali e provinciali, prevedendo una riduzione del quantitativo di rifiuti da avviare in discarica.

Verranno costruiti altri impianti in Lombardia, Friuli e Toscana e ci sono trattative anche in Campania e Lazio.

(Fonte Spi press)