Due ricerche scientifiche a bordo dell’Adriatica

714
Tempo di lettura: 4 minuti

Dove l’acqua salata e calda del Mediterraneo si mescola con quella più fredda e meno salata dell’Atlantico creando uno speciale habitat marino

Oggi è iniziata la «missione Alboran», realizzata dal laboratorio Informando del Consiglio nazionale delle ricerche (Infm-Cnr), dal National oceanoghraphy centre di Southampton (Nocs) e dall’Environmental ocean team (Eot) con il patrocinio del parco delle Cinque terre.

La missione è condotta a bordo di «Adriatica» (l’imbarcazione resa celebre dalla trasmissione «Velisti per Caso») sul fronte Almeria-Oran (Mare di Alboran), in prossimità dello stretto di Gibilterra, tra Spagna e Africa dove l’acqua calda e salata del Mediterraneo incontra quella più fredda e meno salata dell’Oceano Altlantico. Questo «cocktail» costituisce un importante e raro habitat per svariate forme di vita marine e dunque la condizione ottimale per condurre due ricerche oceanografiche «Turbolenze in mare aperto» e «Studio della bioluminescenza come indicatore delle alghe tossiche» tese a scoprire nuovi strumenti per preservare le risorse del Mare Nostro, raccogliendo anche elementi sui cambiamenti globali climatici in atto.

«Turbolenze in mare aperto»

Verranno raccolti dati per una maggiore comprensione delle dinamiche che governano la circolazione marina.

Il mescolamento dell’acqua Atlantica con quella Mediterranea, dalle proprietà fisiche diverse, conferisce a questa zona caratteristiche idrodinamiche uniche, che a loro volta influenzano l’intero ecosistema e lo rendono un habitat importante per uccelli marini, tartarughe e delfini.

La corrente in prossimità del fronte Almeria-Oran forma meandri, vortici e turbolenza associata. Si pensa che tale turbolenza sia importante nel distribuire i nutrienti che sono alla base della catena alimentare di questo ecosistema. Tale turbolenza non è stata studiata ad oggi in oceano aperto: infatti gli studi sono stati condotti quasi esclusivamente in laghi e fiordi.

Per il team è un’occasione unica di uno studio di alto livello sulla turbolenza e sulle caratteristiche idrologiche della colonna d’acqua in questa regione

L’obiettivo di questo studio è quello di spiegare come mai il Mare di Alboran costituisca un così importante habitat per le svariate forme di vita marine che lo popolano, e scoprire quindi anche nuovi strumenti per preservare le risorse del Nostro Mare.

«Studio della bioluminescenza come indicatore delle alghe tossiche»

Per ampliare la conoscenza delle fioriture algali nel Mediterraneo, comprese quelle tossiche, che, come è noto, hanno un impatto significativo sull’intero ecosistema marino con importanti implicazioni socio economiche.

La capacità di alcuni organismi di emettere luce (bioluminescenza) acquista nell’oceano una valenza particolare; infatti succede che varie alghe bioluminescenti formino fioriture algali tossiche. Debora Iglesias-Rodriguez del Nocs, una biologa molecolare marina di fama mondiale, sarà a bordo di Adriatica nel mare di Alboran per condurre uno studio sui dinoflagellati, un gruppo importante di alghe che possono risultare tossiche per l’ambiente e che sono presenti anche nel Mediterraneo.

Mediante l’osservazione diretta e lo studio dei geni dei campioni prelevati durante la campagna, verrà studiato l’incidenza delle specie bioluminescenti sul totale dei dinoflagellati, e la loro tossicità.

L’obiettivo di questa ricerca sarà di ampliare la conoscenza delle fioriture algali tossiche nel Mediterraneo, che hanno un impatto significativo sull’intero ecosistema marino, a volte con ripercussioni importanti anche a livello economico e sociale.

Il tema ambientale rappresenta una sfida indispensabile a tutela delle nuove generazioni e richiede una vera e propria rifondazione delle strategie.

Ampio spazio sarà dedicato anche alla comunicazione dell’iniziativa: a tal proposito è stato realizzato un blog, moderno diario di bordo, che sarà aggiornato in tempo reale con foto, video e commenti dell’equipaggio di Adriatica.

«I progressi scientifici e tecnologici consentono, oggi, il raggiungimento di obiettivi che fino a pochi anni fa erano impossibili e permettono di coniugare la conservazione ambientale con le nuove urgenze della società. Consapevoli di queste esigenze – spiega Franco Bonanini, presidente del parco Nazionale Cinque terre – abbiamo deciso di sostenere un’importante iniziativa scientifica, convinti che le nostre risorse più preziose vadano preservate con senso di responsabilità».

La missione terminerà il 27 settembre a Riomaggiore dove sarà organizzato un evento durante il quale saranno divulgati i risultati della ricerca.

L’«Adriatica» in mare

La prestigiosa Rossa del mare, è un cutter (barca con un solo albero, ma con due vele a prua) di quasi 22 metri. Ha 4 cabine ciascuna con proprio bagno e può ospitare 6 ospiti oltre all’equipaggio. Adriatica possiede una centrale di navigazione all’avanguardia ed è dotata di sistemi di comunicazione moderni: telefono satellitare, e-mail, radio Ssb. Pannelli solari e pale a vento producono energia pulita.

Le tappe

24 agosto Trapani,

25 agosto Capo Teulada in Corsica,

26 agosto Palma Isole Baleari,

dal 29 agosto al 7 settembre Club del Mar di Almeria in Spagna,

9 settembre Ciudadela, Isole Baleari,

10 settembre Corsica,

12 e 13 settembre a Rosignano,

dal 25 al 27 settembre a Riomaggiore, dove ci sarà l’evento conclusivo.

Alcuni dei ricercatori e studenti a bordo…

– Debora Iglesias-Rodriguez, biologa marina del Nocs guida l’innovativa ricerca sulla bioluminescenza.

Il Nocs è un centro all’avanguardia nella ricerca sugli oceani e sul loro impatto climatico. Gli scienziati di questo centro di ricerca portano avanti una notevole quantità e varietà di ricerche sulla fisica e biologia del mare, per scoprire e svelare i meccanismi che regolano le dinamiche oceaniche e i loro effetti sugli ecosistemi marini ed i cambiamenti climatici.

– Emilio Tesi, direttore Environmental ocean Team ltd (Eot), spiega che «è un’iniziativa di alto valore scientifico, con un’attenzione particolare al rispetto dell’ambiente e alla condivisione del sapere con un pubblico sempre più vasto; inoltre l’idea di condurre ricerca oceanografica con l’utilizzo di imbarcazioni a vela, le volte che questo sia possibile, è uno dei tratti base della filosofia di Eot, nel nome di una didattica e di una informazione scientifica efficace, accattivante e vicina ai problemi attuali».

Infatti a ricerca terminata, l’Eot, si impegna alla divulgazione, anche in ambito scolastico, dei risultati ottenuti.

– Silvia Merlino, del laboratorio Informando (Cnr), team diretto dal dott. Marco Bianucci, esperto nel ramo dei sistemi dinamici complessi e delle fonti rinnovabili.

Il team è attivo da molti anni nel campo della divulgazione e della didattica scientifica. Collabora con le scuole in progetti didattici, ha realizzato e organizzato mostre e strumenti multimediali e ha partecipato e coordinato numerosi progetti ministeriali e europei rivolti alla diffusione della cultura scientifica.

– Jacopo Buccarelli per Eot, operatore audio video per le riprese a bordo di Adriatica.

– Filippo Mennuni, comandante di Adriatica. «Questa avventura rappresenta anche la simbolica unione delle coste del Mediterraneo e dei Parchi marini delle nazioni che toccheremo nel viaggio con le coste della splendida Liguria e il parco delle Cinque terre, simbolo internazionale di salvaguardia naturale. Sarà forse il mare a salvare la terra?».

– John T. Allen è un fisico oceanografo al Nocs. Ha partecipato a numerose campagne Oceanografiche in tutto il mondo dirigendone alcune. Negli ultimi anni della sua carriera si è dedicato allo studio delle dinamiche associate a fronti e vortici in termini fisico-biologici. John è un membro onorario di Environmental Ocean Team.

(Fonte Cnr)