Conoscere approfonditamente l’ecosistema lacustre di Bilancino per tutelarlo

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È stato condotto uno studio nell’invaso, nel periodo 2007-2008, per ottenere un quadro conoscitivo dell’invaso mediante un approccio integrato dell’ecosistema in esame

Stamani, presso il dipartimento provinciale Arpat di Firenze sono stati illustrati e discussi i risultati dello studio effettuato sull’invaso di Bilancino (Barberino del Mugello, Firenze): «Proposte per l’ecosistema di Bilancino», affidato e finanziato dalla regione Toscana ad Arpat, nel quadro delle azioni previste dal Piano Regionale di Azione Ambientale (Praa 2007-2010).

Il rapporto che è stato presentato durante il seminario descrive i risultati dello studio condotto nel periodo 2007-2008, facendo seguito alle precedenti pubblicazioni relative agli anni 2002-2003 e 2004-2006.

Esso consolida e amplia il quadro conoscitivo dell’ecosistema lacustre nell’ambito dal Piano regionale di azione ambientale 2007-2010, con riferimento al Macrobiettivo B1, cioè «aumentare la percentuale di aree protette migliorarne la gestione e conservare la biodiversità terrestre e marina».

L’attuale studio approfondisce il quadro conoscitivo dell’invaso mediante un approccio integrato all’ecosistema lacustre: sono state analizzate le componenti biologiche (fitoplancton, comunità macrobentoniche e comunità ittiche), i parametri chimico-fisici ed i sedimenti con la finalità di analizzare le dinamiche ecologiche dell’invaso anche in riferimento alle pressioni che gravitano sul territorio circostante.

La conoscenza approfondita ed articolata dell’ecosistema lacustre in relazione all’ambiente ad esso interconnesso rappresenta la base necessaria per azioni di tutela o miglioramento.

Risultati dello studio

Dallo studio dell’Agenzia emerge una complessiva stabilità dello stato dell’invaso: lo Stato ecologico e lo Stato ambientale si mantengono complessivamente di III classe.

A fronte di condizioni di trofia non particolarmente critiche, permane la problematica collegata alla carenza di ossigeno nell’ipolimnio nel periodo di stratificazione estivo. La trasparenza non ottimale sembra essere collegata a fenomeni di risospensione del sedimento, dovuti all’apporto solido da parte dei tributari.

Le associazioni fitoplanctoniche rilevate fanno ritenere che l’invaso di Bilancino abbia prevalentemente caratteristiche oligotrofiche. La presenza però nelle acque superficiali del lago di Microcystis, Aphanizomenon e altre alghe azzurre, rilevata occasionalmente nei periodi estivi, anche se con pochi esemplari, impone di controllare l’evoluzione del popolamento fitoplanctonico tramite controlli mensili, ponendo attenzione a questi particolari raggruppamenti per la loro potenziale tossicità.

Le analisi relative alle microcistine totali non hanno mai evidenziato concentrazioni superiori ai limiti consigliati.

I sedimenti dell’invaso, analizzati per la prima volta da Arpat, sono costituiti prevalentemente da frazioni fini, limo e argilla e le popolazioni macrobentoniche sono caratterizzate da soli taxa tipici di substrati semifluidi e uniformi, tutti organismi resistenti alle basse concentrazioni di ossigeno. Le concentrazioni di cromo e nichel sono abbastanza omogenee in tutto l’invaso. Gli idrocarburi C>12 sono in quantità molto più elevata all’immissione del fiume Sieve ed in misura minore del torrente Lora.

La biomassa ittica dell’intero invaso di Bilancino risulta stimata in almeno 20 tonnellate, distribuita per circa un terzo in ambiente pelagico e per due terzi in prossimità del fondo. Tale valore indica che il popolamento ittico è estremamente abbondante, considerando le caratteristiche dell’invaso.

Il popolamento ittico dell’invaso di Bilancino può definirsi adeguato per specie presenti, abbondante e ben strutturato.

Le conclusioni

Al fine di tutelare i delicati equilibri dell’ecosistema dell’invaso di Bilancino è necessario mettere in atto una serie di azioni rivolte al mantenimento e/o al miglioramento delle attuali condizioni.

Per limitare l’arricchimento di nutrienti, principali responsabili di fenomeni di eutrofizzazione, occorre provvedere al completamento della depurazione e alla regolamentazione delle pratiche agricole e dei prelievi d’acqua (captazioni) in tutto il bacino idrografico.

È inoltre opportuno mirare al potenziamento delle fasce di vegetazione circostanti gli affluenti dell’Invaso (tributari) che svolgono funzioni di protezione degli ecosistemi fluviali da inquinanti di origine diffusa e da apporti solidi.

Vista l’elevata presenza della specie aliena del mollusco bivalve

Dreissena polymorpha bisogna studiare strategie opportune per il suo contenimento e, se possibile, l’eradicazione e mettere in atto un sistema di prevenzione per contenere l’introduzione di nuovi elementi alieni.

Per evitare contaminazioni delle acque e dei sedimenti devono essere effettuati interventi mirati alla mitigazione di eventuali incidenti stradali e autostradali e degli impatti delle aree di cantierizzazione per la realizzazione di grandi infrastrutture di mobilità.

Si ritiene inoltre utile, per tutelare la qualità delle acque per gli usi idropotabili, individuare aree di salvaguardia delle acque superficiali destinate al consumo umano (come previsto dall’art. 94 del D.Lgs 152/06).

In modo particolare per le aree agricole, dove l’uso di prodotti fitosanitari e concimi chimici potrebbe rappresentare un rischio di contaminazione della risorsa idrica, sarebbe necessario delimitare aree di rispetto e di protezione all’interno delle quali regolamentarne l’uso.

(Fonte Arpat)