È in gioco la nostra salute

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In un Forum del Rotary al Country Club Castelgandolfo messi in risalto i temi cruciali legati al riscaldamento globale

In vista del vertice in corso a Copenhagen nell’ambito della IX edizione del Forum dedicato alla Ricerca scientifica e diffusione dell’innovazione che il Rotary Club Roma Castelli Romani organizza annualmente si è voluto dedicare anche quest’anno a tematiche di vasto interesse sociale ma anche con una valenza territoriale specifica, quali sono quelle ambientali.

L’elevata densità abitativa, la concentrazione di attività produttive, la stretta contiguità territoriale con la metropoli capitolina, lasciano pensare che le azioni da intraprendere sul fronte della riduzione dell’emissioni inquinanti, sia a livello locale sia a livello globale, non possano essere circoscritte all’area metropolitana, ma debbano necessariamente coinvolgere tutto il territorio dell’Hinterland romano, ed in particolare l’area dei Castelli Romani. Senza dimenticare politiche generali che realizzino una nuova governance globale che tenga conto anche dei fattori cosmici (Cosmic Weather), che debbono entrare nel conto come messo in luce dalla recente conferenza di Crimea Cosmos and Biosphere.

Dopo l’introduzione del Moderatore (dott. Vincenzo Valenzi, coordinatore del Centro Studi di Biometeorologia onlus di Roma) che ha ricordato i suoi amici Omero e Mario, che sono ritornati alla natura a vivere nelle grotte poco seguiti dal mondo che vuole proteggere il suo cortile dai rischi mantenendo e ampliando (il consumismo) tutti i vantaggi della modernità, il primo iscritto a parlare è stato il dott. Pasquale Avino Ricercatore dell’Ispesl che, nella sua Relazione Scientifica dal titolo «Inquinamento e Salute», dopo aver fornito un quadro profondo ed esaustivo delle problematiche attuali, ha rimarcato con molti esempi tratti dalla realtà «locale» il carattere di variabilità non sistemica dell’inquinamento atmosferico e della non-linearità del legame cause/effetti. Particolare enfasi è stata posta poi sull’estrema pericolosità del particolato ultrafine, ossia le polveri ultrasottili con diametro inferiore a 100 nanometri. È intervenuto successivamente il dott. Francesco Tedesco, responsabile della Campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia, che ha spostato l’accento sull’inquinamento atmosferico globale nella sua presentazione Efficienza e Fonti Rinnovabili – Prospettive in Italia ed Europa. La necessità di una Rivoluzione Energetica pulita come base imprescindibile alla lotta ai cambiamenti climatici ed al recupero di un alto livello di qualità di vita sul nostro pianeta è stata ribadita con forza, secondo quanto affermato anche dagli organismi internazionali.

Successivamente ha preso la parola il gen. Massimo Capaldo,Capo Reparto Meteorologia dello Stato Maggiore Aeronautica e Responsabile del Servizio Meteorologico dell’Am che ha affrontato il tema del ruolo determinante ma complicato che il fattore meteorologico svolge sulla qualità dell’aria (Qualità dell’aria – Il fattore meteorologico). Se il problema è la riduzione degl’inquinanti entro livelli accettabili, è il costo che ne deriva ad essere direttamente influenzato dalle condizioni meteorologiche. La modellistica attuale dell’inquinamento urbano è stata rappresentata efficacemente con molti esempi tipici. Infine l’oratore si è soffermato sul sistema di monitoraggio e rilevamento gestito dal Servizio meteorologico dell’Am, descrivendolo in dettaglio.

Il dott. Sergio Bartalucci, fisico dell’Infn di Frascati, ha illustrato un progetto che utilizza la tecnologia del plasma freddo, ben conosciuta e già del tutto «matura» in ambienti chiusi, ma ancora sperimentale in ambienti aperti, e che può essere validamente applicata in condizioni particolari ad ambiti circoscritti, come i tunnel stradali e i cosiddetti «canyon urbani». Tale progetto va nel senso di un approccio «curativo» al problema (Rimediazione Atmosferica) come complemento al più generale approccio basato sulla prevenzione, che non sempre si è rivelato efficace.

Infine il prof. Massimo Scalia, Ordinario di Fisica Ambientale alla «Sapienza» di Roma, uno dei padri dell’Ambientalismo italiano, con un ampio excursus storico-critico ha riportato il discorso più in generale sulle politiche ambientali e i fattori che le hanno condizionate, tra cui i mutati assetti demografici ma anche la maturazione di una coscienza ecologica nell’opinione pubblica che nel bene e nel male è all’origine di Copenaghen e dell’attuale tendenza a proteggere la Terra.

Il Forum, dopo un approfondito  dibattito, si è concluso con l’intervento del Presidente del Rotary il Generale Francesco Catalano che si è augurato un più profondo impegno per realizzare uno sviluppo compatibile che coniughi produzione di ricchezza, benessere e qualità dell’ambiente auspicando che da Copenaghen escano politiche utili, a cui con la modestia del caso la giornata di studio castellana ha cercato di dare un piccolo contributo.