Il pettegolezzo? Fa bene all’ordine sociale

741
Tempo di lettura: 2 minuti

Gli esperimenti hanno dimostrato che anche nell’effettuare scelte in campo economico, in cui normalmente si enfatizza la scelta razionale, gli individui sono influenzati fortemente dalla reputazione e dal gossip

Il gossip, ovvero il pettegolezzo tanto criticato? Non è necessariamente qualcosa di dannoso ma, anzi, rappresenta una forma di comunicazione utile a garantire un certo grado di ordine sociale. A sostenerlo, alcuni esperti e ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).

«Dal punto di vista dell’evoluzione biologica e culturale, le società umane – spiega Rosaria Conte dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Cnr, che discuterà delle “virtù del pettegolezzo” in occasione di un seminario organizzato dal Cnr a Roma per domani – si sono allargate nel tempo in tempi e dimensioni nettamente superiori rispetto ad altre specie vicine, come ad esempio dei primati».

Le condizioni per realizzare tale crescita sono la «intensificazione dei rapporti di cooperazione e il controllo di comportamenti negativi, quali la truffa e l’inganno (cheating). Tutto ciò si rende possibile mediante la costruzione di una particolare forma di conoscenza sociale: la reputazione».

Normalmente, però, si ritiene che il pettegolezzo sia una comunicazione tesa solo a minare la reputazione altrui. Gli studi della ricercatrice, invece, smentiscono tale assunto: «Trasmettendo la reputazione tramite il pettegolezzo, cioè riportando un’opinione non a titolo personale, bensì attribuendola al pensiero diffuso – precisa Conte – la fonte evita di assumersi la responsabilità di quanto dice e, di conseguenza, si sottrae a eventuali “rappresaglie” che potrebbero a loro volta produrre altri comportamenti aggressivi. In tal modo gli uomini sono dunque riusciti a controllare il cheating, aumentando al contempo la dimensione dei gruppi sociali».

Per avere una conferma empirica di questa teoria, prosegue la ricercatrice, «si è sperimentato il modello di circolazione della conoscenza sociale attraverso la reputazione e il pettegolezzo su computer, in popolazioni di agenti artificiali, verificando anche in laboratorio che la diffusione delle informazioni mediante il gossip funziona e limita l’inganno più del modello che prevede l’assunzione diretta di responsabilità rispetto alle informazioni trasmesse».

Gli esperimenti condotti con decisori umani in laboratorio da Flaminio Squazzoni, dell’Università di Brescia, hanno dimostrato poi che anche nell’effettuare scelte in campo economico, in cui normalmente si enfatizza la scelta razionale, gli individui sono influenzati fortemente dalla reputazione e dal gossip.

(Fonte Cnr)