Tri-Ciclo, Confindustria fa quadrato attorno ai rifiuti

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Una più corretta gestione dei rifiuti avrà vantaggi sia in termini di riduzione del danno ambientale, sia di eliminazione di forme di concorrenza sleale tra imprese, con un impatto positivo per tutte quelle che, pur sopportando costi maggiori, operano nel rispetto delle regole

Presso la sede barese di Confindustria si è tenuto un incontro dal tema molto attuale ed economicamente rilevante: il ciclo integrato dei rifiuti.

Erano presenti il vice Presidente di Confindustria Taranto, Pietro Chirulli, che ha moderato il dibattito, l’assessore alla Formazione professionale alla Provincia di Bari dott.ssa Mary Rina, l’assessore alla Cabina di regia e Consiglio metropolitano del Piano strategico al Comune di Bari dott. Elio Sannicandro, la dott. Tina Luciano, Presidente sezione Meccanica Elettrica ed Elettronica Confindustria Bari-BAT, avv. Antonio De Feo, Presidente Wwf Italia, sezione Regione Puglia, dott. Renato Nitti, Sostituto Procuratore della Repubblica del Tribunale di Bari, dott. Patrono, Segretario dell’albo nazionale gestori ambientali, l’ing. Gianmarco Lupo, esperto Associazione Nazionale Produttori di Rifiuti; in collegamento dagli Stati Uniti c’era il dott. Eric Ezechieli, Presidente The Natural Step Italia.

Il dibattito è presto entrato nel vivo con gli interventi tecnici e con le esperienze dei rappresentanti delle associazioni presenti e del sostituto procuratore Nitti. La tracciabilità dei rifiuti è stato il concetto sul quale si sono imbastiti gli interventi; con l’avvocato De Feo sono stati trattati in maniera approfondita le istanze che hanno portato all’introduzione di una norma che prescrive l’obbligo della tracciabilità dei rifiuti su supporto elettronico, evoluzione del già presente formulario cartaceo. Dunque il Sistri (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti), che nasce nel 2009 su iniziativa del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in un quadro di innovazione e modernizzazione della Pubblica Amministrazione, permetterebbe l’informatizzazione dell’intera filiera dei rifiuti speciali a livello nazionale e dei rifiuti urbani per la Regione Campania. I benefici di questa semplificazione ricadranno sul sistema delle imprese e, inoltre, questo avrà un impatto sulla prevenzione dell’illegalità, che nel settore dei rifiuti speciali costituisce una priorità da contrastare. Una più corretta gestione dei rifiuti, pertanto, avrà vantaggi sia in termini di riduzione del danno ambientale, sia di eliminazione di forme di concorrenza sleale tra imprese, con un impatto positivo per tutte quelle che, pur sopportando costi maggiori, operano nel rispetto delle regole. Il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti è stata affidato al Comando dell’Arma dei carabinieri.

Il Presidente Wwf Italia, Sezione Regione Puglia ha annunciato che a breve sarà approntato uno studio da parte dell’associazione, finalizzato ad individuare una ri-progettazione dei processi produttivi attuali, puntando a ideare un sistema che sia in grado di produrre meno rifiuti.

Per il dott. Nitti invece la problematica deve essere affrontata a monte, con la spiegazione delle caratteristiche che rendono un rifiuto tale o al contrario lo rendono una «materia prima secondaria» o ancora un «sottoprodotto». La differenza, spiega il sostituto procuratore di Bari, è di fondamentale importanza perché l’etichetta che il rifiuto porta con sé, la sua carta d’identità, permetterà al gestore dello stesso di percorrere un tipo di strada o un’altra diametralmente opposta. Dunque il Sistri in questo non rivoluzionerà l’attuale sistema di tracciabilità del rifiuto, ma potrà agevolare il lavoro che viene espletato dall’Agenzia delle Dogane, che a loro volta compiono i loro controlli in ordine alla tutela del fisco e non dell’ambiente, poiché per l’Agenzia delle Dogane tutto quello che passa per i porti è merce. Questo non significa che i controlli non ci sono, ma che i controlli allo stato attuale si consumano in autocertificazioni, di cui il 90% viene accettata senza alcun controllo immediato da parte dell’ufficio.

Ma il problema del ciclo dei rifiuti è anche dovuto ad un gap culturale, che con l’ausilio delle tecnologie informatiche potrà e dovrà dare un contributo forte ad una gestione più trasparente del rifiuto prodotto. A questo proposito il dott. Patruno fa presente che «esiste un obbligo di legge per iscriversi al Sistri, ma non è stata prevista una sanzione per gli inadempienti, infatti la percentuale di iscritti su territorio nazionale oscilla tra il 40% e il 50%».