Clima – A Tianjin non si decide sulla mitigazione

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Nessuno vuol fare la prima mossa e guarda quello che fanno gli altri. Migliorate alcune parti del testo del trattato di lungo periodo per quanto riguarda i finanziamenti per il trasferimento di tecnologie e la cooperazione per aiutare i paesi più poveri

Risultati positivi, o parzialmente positivi sono stati raggiunti ai lavori Unfccc della sessione negoziale di Tianjin solo da alcuni «contact groups» del gruppo di lavoro Agw-Lca, perché sono riusciti a migliorare alcune parti del testo del trattato di lungo periodo (anche in termini di raggiungimento di maggiori consensi). In particolare, sono stati riformulati molti punti della bozza di testo relativi alle questioni finanziarie, al trasferimento di tecnologie ed alla cooperazione internazionale per aiutare i paesi più poveri nelle azioni di adattamento ai cambiamenti climatici.

Viceversa, i risultati sono deludenti per le questioni relative alla mitigazione (riduzione delle emissioni) che rimangono in alto mare non solo nel gruppo Agw-Lca per quanto riguarda gli obiettivi di lungo periodo, ma anche nel gruppo Agw-Kp per quanto riguarda la riduzione delle emissioni al 2020 da parte dei paesi industrializzati. Anzi, per certi versi le difficoltà e le controversie sono addirittura aumentate. La maggior parte dei paesi industrializzati (compresa la Ue) e dei Paesi in via di sviluppo emergenti (compresa Cina ed India), hanno più volte ripetuto le loro posizioni, tra cui la stessa dichiarazione di altre sessioni precedenti: la disponibilità ad assumere impegni più ambiziosi, o molto ambiziosi, purché gli altri facciano la stessa cosa. Una dichiarazione questa che, in pratica, significa che nessuno farà nulla se gli altri non avranno fatto prima qualcosa, e che porta inevitabilmente a prolungare una situazione di stallo, in attesa che qualcuno prima o poi faccia la prima mossa.

Infine, il «balanced package of decisions», da portare a Cancun, spesso sollecitato dal Segretario Generale della Unfccc, Christiana Figueres, entro cui dovevano entrare le questioni politiche più spinose, tra cui le proposte su come integrare i due trattati Agw-Lca e Agw-Kp e con quale forma legale, è rimasta alla fine una scatola vuota, essendo alte le divergenze esistenti anche sul «balanced package».

Ecco perché, la prossima Conferenza di Cancun si presenta piuttosto nebulosa ed appare già da ora fallimentare. Ciò nonostante, non bisogna essere pessimisti: non va dimenticato, infatti, che nei negoziati delle Nazioni Unite spesso accade che le situazioni di stallo si rompono in breve tempo e che all’ultimo minuto si prendono decisioni inaspettate, purché, però, ci sia qualche paese che voglia assumere un ruolo guida nel negoziato, come spesso aveva fatto nel passato la Ue. Ora che la Ue è, invece, defilata, potrebbe essere il Messico, il Brasile ed il Sud Africa ad avere il maggior interesse ad assumere un ruolo di leadership mondiale per portare a buon fine questa difficile fase.

Cina ed Usa si studiano a vicenda, qualche volta si appoggiano a vicenda, talvolta si scontrano, ultimamente si sono accusati a vicenda sullo stallo e sulla mancanza di volontà ad impegnarsi. L’importante è però che non abbandonino il campo. (V. F.)