I grandi operatori economici chiedono la riduzione al 30%

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Perché, a parte i benefici sociali ed economici derivanti dalla riduzione dai rischi e delle conseguenze negative dei cambiamenti climatici, questo obiettivo più ambizioso stimola l’innovazione tecnologica

In occasione dell’incontro odierno dei ministri europei dell’Ambiente per discutere, e decidere, se l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra debba rimanere il 20% rispetto al 1990, o se portarlo al 30% come impegno da presentare anche alla prossima Conferenza di Cancun, è stata inviata a tutti i governi europei una dichiarazione. La dichiarazione è stata promossa da Wwf, Università di Cambridge e dal Climate Group (Associazione non governativa) e firmata da parte di un largo gruppo (29) di imprese, industrie, banche ed altri operatori economici, tra cui la Barilla, Bnp Paribas, Capgemini, Pgilips Lighting, ony Europe, Swiss Re, Vodafone.

La dichiarazione chiede che l’Europa adotti l’obiettivo del 30% di riduzione delle emissioni al 2020, perché, a parte i benefici sociali ed economici derivanti dalla riduzione dai rischi e delle conseguenze negative dei cambiamenti climatici, questo obiettivo più ambizioso stimola l’innovazione tecnologica. l’uso razionale dell’energia, la qualità dello sviluppo economico, la lotta agli sprechi. Tutte cose che a loro volta mettono in moto investimenti e nuovi posti di lavoro che facciano crescere L’Europa verso l’obiettivo di una società più efficiente ed un’economia a basso consumo di combustibili fossili.

Questa dichiarazione confuta anche una serie di proteste da parte di industrie e gruppi industriali che hanno paventato una riduzione della loro competitività, nel caso in cui Usa e Cina non adottino gli stessi impegni europei. La confutazione riguarda il concetto di «competitività» che, secondo la dichiarazione, non può più rimanere ancorata a processi industriali, metodi di produzione prodotti di consumo e modi di consumo, del passato.

Infine, la dichiarazione, sottolinea l’importanza che la Ue, adottando questo obiettivo più ambizioso, assuma un ruolo di leadership mondiale nella prossima Conferenza di Cancun, dal momento che, come si è visto nell’ultima Conferenza di Copenhagen la posizione europea era apparsa ambigua e debole. (V. F.)

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