La terza Rivoluzione industriale in Europa

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Nella Conferenza del 2003 venne messo in evidenza l’uso esclusivo dei combustibili fossili e del nucleare per la produzione energetica, l’impossibilità di continuare in questa unica direzione sia per un futuro esaurimento di queste fonti energetiche (petrolio, carbone, metano, uranio) sia e soprattutto per l’impossibilità da parte di aria, terra e acqua di sostenere la massa di rifiuti solidi, liquidi e gassosi prodotti da questo tipo di combustibili.

Ecco perché durante la Conferenza venne proposto con fermezza lo sviluppo delle energie rinnovabili visto come unica soluzione razionale, una volta trovato il modo di conservarle. L’idrogeno fu considerato come miglior candidato. Il dibattito pone un impegno deciso verso l’uso delle energie rinnovabili come economia energetica del futuro.

In quella conferenza furono poste le basi della terza Rivoluzione industriale che trova libera espressione nella Dichiarazione scritta del 2007.

In essa vengono fissati i presupposti per l’avvio della nuova era industriale, che vede come protagoniste le energie rinnovabili e l’idrogeno e un nuovo concetto di distribuzione energetica che non è più vista in modo concentrato ma distribuita tramite reti di energia intelligente simili all’attuale rete internet che permette oggi la condivisione dell’informazione. Consente un’incredibile democratizzazione dell’informazione perché oggi non si è solo fruitori ma anche produttori d’informazione.

La terza rivoluzione industriale è un’estensione di questo modello decentrato e democratico interattivo in cui tutti potranno diventare, come nell’informazione, fruitori e produttori di energia. Essa è «l’internet dell’energia».

La terza rivoluzione industriale necessita lo sviluppo simultaneo di tutti i pilastri energetici (solare, eolico, geotermico, idrogeno, ecc.). Le reti intelligenti energetiche sono importanti per la decentralizzazione della stessa per consentire a chi produce energia di poterla facilmente condividere con chi ne ha bisogno. Quindi una struttura costituita in questo modo non ha più la necessità di avere grandi centrali che poi smistano l’energia ma si avranno milioni di persone che si scambiano fonti energetiche.

È importante che questo sistema energetico sia distribuito altrimenti un regime delle rinnovabili concentrata produrrebbe degli effetti devastanti come l’energia tradizionale fossile concentrata. Ma soprattutto questa nuova politica energetica porterebbe ad un aumento dei posti di lavoro. Si dovrà estendere questo modello dall’Europa al mondo. Bisogna concentrare gli sforzi di tutti su una missione unica quella che, superando gli interessi differenti che ci sono tra le comunità mondiali, mira a risanare la Terra e preservarla per le generazioni future (J. Rifkin).

La Ue si sta impegnando in questo senso ma non sta però integrando questo suo impegno nelle rinnovabili in un grande progetto, non hanno cioè creato un grande programma, sono ipotesi di lavoro scollegate le une dalle altre (A. Consoli).