Sumatra – Si disbosca anche nella riserva Unesco

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Il ministero delle Foreste ha approvato un piano che prevede di destinare 30 milioni di ettari di foreste ad attività produttive. Si tratta di un’area immensa, grande quanto l’intera Italia

Mentre l’accordo sul clima stenta a trovare una strada al vertice di Cancún, dal cuore delle foreste di Sumatra arriva l’allarme: le nuove concessioni forestali ottenute dai giganti cartari indonesiani nel 2010 minacciano di far fallire gli accordi dell’Indonesia sul clima, comportano l’abbattimento del 5 per cento delle residue foreste pluviali e torbiere della provincia di Riau, causando il rilascio di massicce quantità di carbonio in atmosfera.

Una nuova inchiesta pubblicata da Eyes on the Forest rivela che la deforestazione continua nella provincia indonesiana di Riau, malgrado la firma della partnership tra Indonesia e Norvegia forestali di carbonio. Asia Pulp & Paper (App) e Asia Pacific Resources International Holdings Limited (April) stanno di fatto minando il protocollo d’intesa firmato da Indonesia e Norvegia, convertendo in piantagioni fino a un ventesimo delle residue foreste naturali.

Le licenze annuali di taglio ottenute nel 2010 da App e April, consentono loro di abbattere preziose foreste naturali, il 90% delle quali sorge su suolo torboso. Nella maggior parte dei casi, la torba è più profonda di 4 metri, ed è quindi protetta dalla legge indonesiana. La maggior parte delle aree sono di alto valore di conservazione (Hcv), e si trovano all’interno della Riserva della Biosfera di Giam Siak Kecil-Bukit Batu, recentemente istituita dall’Unesco, o fanno parte di habitat preziosi, riconosciuti a livello internazionale, come l’habitat della tigre di Bukit Tigapuluh, la Penisola di Kampar, e le aree di Kerumutan e Senepis-Buluhala.

Il rapporto descrive le operazioni di App e April nella riserva Unesco e nella penisola di Kampar, basate sull’abbattimento a raso delle foreste e sul drenaggio della torba, in diretta violazione con gli impegni pubblici, assunti sia dalla App sia dalla April.

Il prelievo di legno dalle foreste naturali e il drenaggio della torba in Riau sono divenute le principali cause di emissioni di gas serra dell’Indonesia, ma il dibattito sul Redd in Indonesia ha trascurato l’impatto climatico dell’industria cartaria, consentendo operazioni devastanti e il conseguente rilascio di massicce emissioni di carbonio.

La provincia di Riau è l’epicentro delle emissioni di gas serra causate dalla deforestazione in Indonesia. La regione infatti ha il più alto tasso di deforestazione del paese, e registra la maggiore perdita di torbiere. Una perdita che ha fatto dell’Indonesia il terzo paese al mondo per emissioni di gas serra, dopo Cina e Stati Uniti, malgrado la scarsa industrializzazione del paese.
Eppure la provincia di Riau ancora conserva il maggior quantitativo di suolo torboso, e ospita la seconda foresta pluviale di Sumatra. Quel che è più grave, è che questa deforestazione è pianificata e legalizzata, anche in violazione alla stessa legge indonesiana (che protegge le torbiere), e sarebbe facile per il governo fermarla, se solo ci fosse la volontà politica.

«Solo le aree già deforestate possono essere destinate a piantagione – sostiene Eyes on the Forest – mentre le foreste naturali debbono essere protette o affidate alla comunità locali per un utilizzo sostenibile».
Le associazioni indonesiane chiedono al governo di dichiarare una moratoria immediata sulla distruzione di tutte le foreste naturali, per avviare un riesame approfondito delle operazioni e delle licenze già rilasciate, per evitare la liquidazione delle foreste naturali e drenaggio della torba in profondità, in aperta violazione delle leggi dell’Indonesia.

«Molto possono fare anche le imprese italiane – spiega Sergio Baffoni, di Terra! – Infatti l’Italia è divenuta il primo importatore europeo di carta dall’Indonesia, e in particolare proprio dalla Asia Pulp & Paper, uno sviluppo che mentre minaccia di mettere fuori gioco la produzione cartaria nazionale, alimenta il bisogno di fibre da parte di questa impresa, spingendola a distruggere aree sempre più vaste di preziose foreste pluviali».

Secondo l’intricata legislazione indonesiana, la conversione di foreste naturali in piantagioni non è considerata come deforestazione. Il ministero delle Foreste ha approvato un piano che prevede di destinare 30 milioni di ettari di foreste ad attività produttive. Si tratta di un’area immensa, grande quanto l’intera Italia.
«Quaranta associazioni ambientaliste europee di primo piano hanno inviato agli acquirenti di carta una lettera in cui chiedono loro di cessare ogni rapporto commerciale con la App fino a quando questa non fermerà la conversione delle foreste naturali in piantagioni», continua Baffoni.

Non è troppo tardi per una azione decisa da parte delle aziende, dei governi e della comunità globale. Se l’obiettivo dell’accordo tra Indonesia e Norvegia è quello di ridurre le emissioni di gas serra da deforestazione, allora non vi è luogo migliore per applicarlo della provincia di Riau.

Il rapporto di Eyes in the Forests

Le emissioni delle cartiere indonesiane

40 associazioni ambientaliste: non comprate carta dalla App.

(Fonte Salva le Foreste)