Rifiuti – Meno i pericolosi di più gli speciali

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Quasi 70mila le tonnellate in meno registrate tra il 2007 ed il 2008 a fronte, però, di una crescita totale di rifiuti speciali di quasi 1,6 milioni di tonnellate per un totale di 138,7 milioni. Raggiunto e superato il target dell’80% per i veicoli fuori uso

Cala in Italia la produzione dei rifiuti speciali pericolosi: quasi 70mila (-0,6%) le tonnellate in meno registrate tra il 2007 ed il 2008 a fronte, però, di una crescita totale di rifiuti speciali di quasi 1,6 milioni di tonnellate (1,2%) per un totale di 138,7 milioni (rifiuti non pericolosi 72,4 milioni di tonnellate, pericolosi 11,3 milioni di tonnellate settore costruzioni e demolizioni 55 milioni).

Di questi, quelli complessivamente gestiti nel 2008 (non pericolosi 91,7% e pericolosi 8,3%) ammontano ad oltre 143 milioni di tonnellate.

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Questi i principali macroindicatori del Rapporto Rifiuti Speciali dell’Ispra, Edizione 2010, presentati, dopo l’apertura dei lavori da parte del Presidente prof. Bernardo de Bernardinis, dal Direttore Generale dell’Istituto, dott. Stefano Laporta.

L’avv. Luigi Pelaggi, Capo Segreteria Tecnica del ministero dell’Ambiente, ha illustrato i riflessi dell’entrata in vigore del Sistri sull’informazione relativa ai rifiuti.

Il maggior contributo alla produzione di rifiuti pericolosi arriva dalle attività manifatturiere, con quasi 6,1 milioni di tonnellate (il 53,8% circa del totale dei rifiuti speciali pericolosi prodotti nel 2008), seguita dall’attività di «trattamento rifiuti» con il 19,9% e dalle attività di servizio, commercio e trasporti (19,1%). Nell’ambito delle attività manifatturiere il settore chimico si conferma il maggior produttore della categoria con una percentuale prossima al 69,8%, insieme all’industria metallurgica (19,6%).

Circa 1,9 milioni di tonnellate sono stati avviati a operazioni di recupero di materia, 9,4 milioni ad operazioni di smaltimento e 144mila a recupero di energia. La forma di recupero di materia più diffusa, con oltre 788mila tonnellate, è rappresentata dal «recupero di metalli» (R4), seguita dal «recupero di sostanze organiche» R3 (322mila tonnellate), «inorganiche» R5 (235mila tonnellate) e dalla «rigenerazione dei solventi» R2 (168mila tonnellate). Il trattamento chimico fisico (D9), con oltre 7 milioni di tonnellate, la discarica (694mila) e l’incenerimento (445mila) risultano le operazioni di smaltimento più utilizzate.

Per quanto riguarda invece i rifiuti non pericolosi (+1,3% rispetto al 2007), iresponsabili dell’aumento in termini di produzione risultano i settori «Costruzioni e Demolizioni» (C&D) e «Attività Manifatturiere» che raggiungono rispettivamente al 44,7% e 34,4% circa del totale prodotto. Seguono le attività di trattamento dei rifiuti alle quali è attribuibile, con un valore di quasi 17,4 milioni di tonnellate, il 13,7% della produzione totale, mentre alle restanti attività, considerate nel loro insieme, il 7,2% circa. La forma prevalente di gestione del settore è rappresentata, anche in quest’ambito, dalle operazioni di recupero di materia (56,4% dei rifiuti speciali, pari ad un quantitativo di 73,9 milioni di tonnellate), ma lo smaltimento in discarica, con oltre 16 milioni di tonnellate, è ancora molto diffuso.

Cresce del 22% rispetto al 2007, la quantità totale di rifiuti urbani e speciali esportata all’estero, raggiungendo un totale pari a oltre 2,4 milioni di tonnellate, di cui oltre 1 milione pericolosi e circa 1,4 milioni non pericolosi. La nazione che riceve il maggior quantitativo di rifiuti speciali (1,4 milioni di tonnellate) è la Germania; il quantitativo più significativo dei non pericolosi è costituito da «rifiuti urbani non differenziati», mentre per quelli pericolosi dai «rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti».

Il nostro Paese ha invece importato, sempre nel 2008, oltre 2,2 milioni di tonnellate, di cui circa 28mila di rifiuti pericolosi. La maggiore quantità importata proviene dalla Germania, con circa 832mila tonnellate, ed è costituita da rifiuti derivanti da attività di costruzione e demolizione .

Per quanto riguarda invece i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (comprese le quantità stoccate ed escluso lo smaltimento in discarica), l’ammontare gestito nell’anno di riferimento è di circa 409mila tonnellate, circa il 17% in più rispetto al 2007. Di questi oltre 177mila tonnellate rientrano nella categoria Raee domestici e oltre 231mila a quella del Raee professionale. I Raee esportati in impianti di recupero/trattamento sono pari a circa 96mila tonnellate, in gran parte (circa 82mila tonnellate) fuori dell’Unione europea.

Infine, il monitoraggio annuale dei veicoli fuori uso mostra che nel 2008, nonostante i significativi miglioramenti raggiunti in alcuni contesti territoriali, è ancora presente un numero elevato (oltre le 1.300 unità) di impianti di trattamento. I livelli di riciclaggio/recupero risultano soddisfacenti e in continua crescita rispetto agli anni precedenti. Nel dettaglio, la percentuale di reimpiego e riciclaggio raggiunge l’84,3% del peso medio del veicolo, superando, anche se con 2 anni di ritardo, il target dell’80% fissato nel 2003. Anche il recupero totale (riciclaggio + quota avviata al recupero di energia), essendo pari all’87,1% del peso medio del veicolo, appare al di sopra dell’obiettivo (85%) previsto per il 2006.

(Fonte Ispra)