Le spiagge per 90 anni «sorprendono» l’Europa

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A Bruxelles ricordano che la questione è regolata dall’articolo 12 della direttiva Bolkestein del 2006. Insorgo ambientalisti e opposizione. La Puglia: indecorosi saldi di fine stagione

È polemica con ambientalisti e con l’Europa sulla concessione delle spiagge per 90 anni. Anche se Tremonti precisa che «fermo restando il diritto di passaggio sulle spiagge che è inviolabile tutto ciò che è terreno su cui insistono gli insediamenti turistici (chioschi, stabilimenti balneari, strutture ricettive) sarà oggetto di diritto di superficie» precisando che «non c’è nessuna vendita delle spiagge. La spiaggia rimane pubblica».

Legambiente con il presidente Vittorio Cogliati Dezza punta il dito sull’articolo in questione che «in modo totalmente illogico e anacronistico, di fatto privatizza il patrimonio costiero cedendolo a pochi soggetti più ricchi a scapito dell’intera cittadinanza cui viene alienato il diritto di usufruire liberamente del territorio e delle parti più preziose del nostro paesaggio».

E Bruxelles si affretta a far sapere che «se le notizie riportate sulla stampa si rivelassero corrette, saremmo molto sorpresi». Così una portavoce della Commissione europea ha commentato il decreto approvato ieri sulla concessione delle spiagge ai privati per 90 anni, decreto che «non abbiamo ancora ricevuto».

In un incontro con i giornalisti a Bruxelles, la portavoce del commissario al Mercato interno Michel Barnier ha ricordato che la Commissione europea ha già inviato all’Italia due lettere di messa in mora sullo stesso argomento, per la concessione ai privati di sei anni in sei anni. «Contatti sono in corso con le autorità italiane per trovare una soluzione e per vedere se sono compatibili con le regole del mercato interno, per questo siamo abbastanza sorpresi» dal decreto approvato ieri, che potrebbe «non essere in conformità con quello di cui stiamo discutendo».

A Bruxelles ricordano che la questione è regolata dall’articolo 12 della direttiva Bolkestein del 2006, secondo cui le concessioni devono essere «rilasciate per una durata limitata adeguata e non possono prevedere la procedura di rinnovo automatico né accordare altri vantaggi al prestatore uscente o a persone che con tale prestatore abbiano particolari legami».

Il ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo precisa: «Non abbiamo affatto regalato le spiagge italiane ai privati. Abbiamo varato delle norme di tutela dei nostri territori per evitare che operatori stranieri subentrino a quelli italiani, non è stata una svendita».

Il Pd: «Il governo sceglie di nuovo la strada dello scontro con l’Europa: la concessione delle spiagge rischia di portarci a un’infrazione con pesanti multe da pagare», afferma Enrico Farinone, vicepresidente della Commissione Affari Europei secondo il quale «per le concessioni delle spiagge, l’unica via percorribile era quella della gara».

Il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli parla di norma «illegittima», e precisa: «è in contrasto con gli articoli 42 e 49 del Codice della navigazione e con la direttiva Bolkestein in materia di concorrenza nel libero mercato degli stati europei».

Il Codacons sottolinea: «È evidente che concedere il diritto di superficie per 90 anni è l’opposto di garantire la libera concorrenza oltre ad essere contrario alla normativa europea: con il “piano spiagge” il governo è riuscito nell’impresa di consentire la cementificazione, senza nemmeno avere in contropartita la garanzia di poter migliorare l’offerta turistica».

«Altro che burocrazia zero! Il cosiddetto rilancio del settore turistico a burocrazia zero e a costo zero avrà un prezzo inenarrabile! A pagare infatti saranno come sempre gli italiani e i turisti, di oggi e di domani, con arenili ancora più invasi dall’antropizzazione, più cementificati e sempre meno accessibili». Lo afferma l’assessore regionale pugliese al Mediterraneo, Silvia Godelli, commentando il decreto Sviluppo varato dal governo. «Già negli anni scorsi il governo aveva cercato di svendere il grande patrimonio di beni culturali del Bel Paese – spiega in una nota – ma ora siamo di fronte ai più indecorosi saldi di fine stagione. Una perversa volontà di smembrare il paesaggio e l’ambiente in nome di un modello di sviluppo orientato alla crescita incontrollata, un modello che ha già ampiamente dimostrato tutta la sua perniciosità». «Il territorio è un valore – conclude Godelli – non una risorsa infinita. E così il mare e le spiagge. Spero che in Puglia, regione interamente costiera, sapremo convincere gli imprenditori a sostenere le proprie economie senza avviare una nuova stagione di aggressione e di consumo del suolo, altrimenti che fine faranno il nostro inestimabile patrimonio paesaggistico e il nostro futuro turistico?».