I Penan scaricati in una piantagione di palma da olio

389
Tempo di lettura: 2 minuti

Questa popolazione di cacciatori-raccoglitori sradicata dalla loro terra rischia di estinguersi. Trasferiti in un’area da loro scelta che però era stata contemporaneamente venduta ad una compagnia che la sta disboscando

Per far posto alla controversa diga di Murum, in Malesia, più di mille cacciatori-raccoglitori Penan saranno strappati alla loro foresta e scaricati in una vasta piantagione di palma da olio.
I Penan avevano dichiarato di non volersi muovere, ma non gli è stata data alcuna scelta. Se costretti ad andarsene a qualsiasi costo, avevano chiesto di essere almeno trasferiti in un’altra zona della loro terra ancestrale.

Il governo ha accettato la richiesta – ma contemporaneamente ha venduto la stessa area alla compagnia malese Shin Yang, che sta disboscando la foresta e piantando migliaia di palme da olio.
I Penan, che vivono nello stato malese del Sarawak, dipendono dalla loro foresta per cacciare e raccogliere piante e frutti spontanei; senza non potrebbero sopravvivere.

«La Shin Yang è entrata nell’area illegalmente senza il nostro consenso – hanno dichiarato i Penan in un commovente appello -. Se le permetteranno di disboscare e abbattere la foresta, non ne rimarrà più per il sostentamento della nostra comunità».

«Questa vicenda è di un cinismo estremo persino per le scioccanti abitudini del governo del Sarawak, che per decenni ha trattato i Penan con disprezzo – ha commentato oggi Stephen Corry, direttore generale di Survival International -. Non solo sta costringendo più di 1.000 persone a lasciare la foresta in cui hanno vissuto per generazioni, ma ha anche svenduto l’area che aveva promesso sarebbe stata la loro nuova casa permettendo il suo disboscamento per far posto alle piantagioni. Sembra che il governo non sarà soddisfatto fino a quando i Penan non saranno stati ridotti tutti in uno stato di totale povertà e privazione».

La diga di Murum, che dovrebbe essere produttiva il prossimo anno, è la prima di una serie di dodici dighe idroelettriche che sommergeranno i Penan e altri villaggi indigeni.
Le dodici nuove dighe faciliteranno lo sviluppo del «corridoio dell’energia rinnovabile del Sarawak» (Score). Il coinvolgimento di imprese del petrolio, del legname, dell’alluminio e della palma da olio metterà ulteriormente a rischio la terra della popolazione indigena del Sarawak.

(Fonte Survival)

(Nella foto di Survival i lavori di costruzione della diga di Murum)