Nuova Guinea: l’eden della biodiversità

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1.060 nuove specie, 218 piante di cui 100 orchidee, 43 rettili, 12 mammiferi tra cui una specie unica di delfini, 580 invertebrati, 134 anfibi, 2 specie di uccelli e 71 pesci con un raro squalo che vive lungo le rive di alcuni fiumi

Quello della Nuova Guinea è un territorio estremamente ricco in termini di biodiversità, ospitando, nonostante la modesta estensione territoriale (0,5% dell’intera superficie terrestre), fra il 6 e l’8 % delle specie finora scoperte a livello mondiale, di cui 2/3 presenti solo qui. Un vero e proprio eden in terra, con le sue lucertole turchese, i delfini rosa, le rane verde smeraldo e i gamberi arancioni o blu cobalto.

Questo è quanto emerge dal rapporto del Wwf «L’ultima frontiera: nuove specie scoperte in Nuova Guinea» lanciato oggi al livello internazionale e accompagnato da una gallery fotografica.

1.060 nuove specie, 218 piante di cui 100 orchidee, 43 rettili, 12 mammiferi tra cui una specie unica di delfini, 580 invertebrati, 134 anfibi, 2 specie di uccelli e 71 pesci con un raro squalo che vive lungo le rive di alcuni fiumi. Questo è il risultato del lavoro di un’equipe di ricercatori che in un intervallo di tempo di 10 anni, dal 1998 al 2008, hanno esplorato e catalogato la biodiversità della Nuova Guinea, che ancora oggi ospita la terza più grande foresta tropicale dopo quelle dell’Amazzonia e del Bacino del Congo.

«Con questo rapporto lanciato nell’anno delle foreste – dichiara Massimiliano Rocco responsabile del programma Specie, Traffic & Timber Trade del Wwf Italia – il Wwf mostra ancora una volta al mondo intero quale crimine stiamo commettendo. Sono ancora in corso processi di deforestazione portati avanti senza scrupoli nelle foreste amazzoniche come in quelle asiatiche o africane, per soddisfare interessi privati sottraendo così alle economie locali e a popoli che abitano quelle foreste la possibilità di un futuro e negando lo sviluppo di processi di gestione sostenibile che possano garantire risorse primarie nel tempo. Così facendo – ha concluso – alle foreste viene “impedito” anche di contenere i fenomeni di emissione di gas nell’atmosfera: un altro aspetto critico della deforestazione, infatti, è il suo impatto sui mutamenti climatici, responsabile per ben un 18 % dei gas emessi nell’atmosfera».

Tutto questo deve far riflettere sulla crescente esigenza di tutelare il patrimonio forestale, cercando di arginare la pressione a cui sono sottoposte, volta alla produzione di beni come legna, polpa per carta, coltivazione di terreni per piantagioni di olio di palma e altri prodotti agricoli e allevamenti zootecnici.

Non bisogna sottovalutare la percentuale di foreste vergini, bacini idrografici, coste e barriere coralline siano oggetto di grandi interessi speculativi: è possibile riscontrare, infatti, nel 24 % delle foreste della Papua Nuova Guinea i segni di processi forestali e di conversione in terreni agricoli portati avanti dal 1972 al 2002. Non solo. La percentuale di autorizzazione per le foreste accessibili al taglio industriale raggiunge la quota di 3,4 % all’anno, nettamente superiore a quelli precedenti.

«Nonostante la remota posizione – ha dichiarato Eric Verheij, Conservation Director, del Wwf Western Melanesia – gli habitat naturali della Nuova Guinea stanno scomparendo ad una velocità allarmante. Le foreste dell’isola sono esposte a serie minacce: il taglio, lo sfruttamento delle miniere, il commercio delle specie selvatiche e la conversione in aree agricole, specialmente per l’olio di palma».

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