In Alaska per studiare lo scioglimento anticipato del permafrost

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Lo scioglimento di questo ghiaccio sotterraneo determina l’immissione nell’atmosfera del metano, 22 volte più potente del CO2. Un’altra spedizione nel Golfo del Messico ha studiato gli effetti negativi provocati agli ecosistemi marini dal disastro della piattaforma BP dello scorso anno

Sono partiti ieri sera dagli aeroporti di Fiumicino e di Milano Linate i componenti di una nuova spedizione di studio di Accademia Kronos verso l’Alaska e il nord del Canada. Lo scopo è quello di capire perché il permafrost ha iniziato a sciogliersi così improvvisamente.

Il permafrost è il ghiaccio imprigionato nell’ultima grande glaciazione terrestre sotto 30 o 50 cm di terreno in particolare nel Canada settentrionale, in Alaska e in Siberia. Lo scioglimento di questo ghiaccio sotterraneo determina l’immissione nell’atmosfera del metano (CH4), un elemento micidiale, 22 volte più potente come gas serra del CO2 (anidride carbonica), un potenziale acceleratore dell’effetto serra e dei conseguenti cambiamenti climatici su scala globale.

Dieci anni fa gli scienziati ci informavano, relativamente al fenomeno del riscaldamento globale, che la vera minaccia di una catastrofe climatica, che si sarebbe potuta concretizzare solo a partire dal 2050, era rappresentata dallo scioglimento del permafrost. Per evitare tale calamità tutti i Paesi del mondo, secondo questi scienziati, si sarebbero dovuti mobilitare e passare ad un nuovo accordo internazionale, un nuovo Protocollo di Kyoto. Ma questo si diceva dieci anni fa. Ora il permafrost inaspettatamente, con un anticipo di circa mezzo secolo, ha iniziato a sciogliersi. Stessa cosa per i ghiacci della Groenlandia e quelli del Polo Nord che hanno preso a fondersi in maniera impressionante. Ma cosa sta determinando questa accelerazione dei fenomeni di fusione e di scioglimento del ghiaccio sia in superficie sia sottoterra? Questo è lo scopo della spedizione di Accademia Kronos partita ieri e che si avvale di climatologi e fisici della sezione di Accademia Kronos di Lecco e di biologi viterbesi. La spedizione sarà impegnata in rilevamenti, prospezioni e indagini varie fino a settembre, i risultati saranno resi noti il 1° ottobre a San Martino al Cimino (VT) nell’ambito di una serata scientifica presso il Balletti Park Hotel. In concomitanza di ciò verranno resi noti anche i risultati di un’altra spedizione terminata due mesi fa e gestita da due famosi velisti padovani (nella foto del titolo, N.d.R.), soci di Accademia Kronos.

Questi due studiosi sono rimasti oltre 7 mesi nelle acque del Golfo del Messico a studiare gli effetti negativi provocati agli ecosistemi marini dal disastro della piattaforma BP dello scorso anno. Durante la serata scientifica sarà proiettato il relativo documentario. Supervisori scientifici delle 2 operazioni gli scienziati Vincenzo Ferrara dell’Enea e Riccardo Valentini dell’Università della Tuscia. Un appuntamento importante da non mancare, tutti possono parteciparvi, ma solo prenotandosi, infatti si potrà accedere alla manifestazione del 1° ottobre al Balletti Park Hotel solo se muniti di invito. Si possono chiedere informazioni e prenotazioni solo via e mail: ak@accademiakronos.it.

(Fonte Accademia Kronos)