Zappate, zappate qualcosa crescerà

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«Zappata romana», è un’analitica mappatura dei giardini condivisi esistenti a Roma, indicati nel suo sito internet «www.zappataromana.net», si propone di ricercare le iniziative in atto e di promuovere e comunicare valide esperienze e competenze

Volete contribuire alla crescita green del vostro quartiere, della vostra città, «assaporando» la terra tra le vostre stesse mani? Zappate! Anzi, zappate romane! Non si tratta di un remake del celeberrimo film del ’53 di William Wyler, ma di un ambizioso progetto sullo spazio pubblico di «Studio Uap», col fine di promuovere i giardini e gli orti condivisi nella città di Roma, quale azione collettiva di appropriazione dello spazio pubblico urbano e lo sviluppo di pratiche ambientali, economiche e sociali innovative.

«Zappata romana», attraverso un’analitica mappatura dei giardini condivisi esistenti a Roma, indicati nel suo sito internet «www.zappataromana.net», si propone di ricercare le iniziative in atto dei Goc e di promuovere e comunicare valide esperienze e competenze. Nella mappa sono riportati oltre 70 orti e «giardini spot» di cittadini e associazioni che in prima persona ne curano la realizzazione e la gestione.

Ma cos’è un orto/giardino condiviso? Si tratta di uno spazio pubblico con finalità socioculturali, un’area verde che contribuisce al sistema ambientale, ma che a differenza dei giardini pubblici tradizionali vedono protagonisti tutti i cittadini che sono intorno ad un progetto comune: coltivare un orto per l’autoconsumo, far giocare i propri bambini, fare sport, intraprendersi in attività culturali o semplicemente avere un po’ di relax.

In Europa e negli Stati Uniti se ne parla già da un po’ dei «cantieri verdi», ma in Italia si sa, la green revolution va a scoppio ritardato. «Basti pensare – spiega Luca D’Eusebio dello studio d’architettura Uap – che, secondo l’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali, il Comune di Roma spende 1,22 euro al metro quadro per la manutenzione del verde, mentre Parigi ne spende 5»

L’auspicio è l’avvio di una rete dei giardini condivisi e l’avvio di politiche pubbliche di sostegno, come nella gran parte dei paesi europei.

Siamo responsabili dei quartieri in cui viviamo e abbiamo il dovere civico e morale di migliorarli. Perché l’orto sia sostenibile è necessario un po’ di pianificazione, ma l’aspetto più importante è rappresentato dalla comunicazione, in grado di vitalizzare i nostri giardini e abbattere, «a colpi di zappate», il muro della disinformazione.