Esaminati i dati: Fukushima come Chernobyl

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La ricerca ha valutato le emissioni radioattive avvenute durante l’incidente, partendo dai dati di radioattività misurati in Giappone, Usa ed Europa e ripercorrendo a ritroso i processi di diffusione atmosferica e di deposito al suolo della nube radioattiva

Una nuova ricerca internazionale apparsa su «Atmospheric Chemistry and Physics», a cura dell’Istituto norvegese di Ricerche Atmosferiche, dell’Istituto centrale di Meteorologia e Geodinamica di Vienna, dell’Università di Vienna, dell’Università della Catalogna e della Columbia University.

I risultati della ricerca erano stati anticipati dalla rivista scientifica «Nature» il 26 ottobre scorso, con un articolo sul sito web.

Ieri i dati sono stati diffusi all’opinione pubblica con un comunicato stampa dell’Istituto Centrale di meteorologia e Geodinamica di Vienna e dell’Università di Vienna.

La ricerca ha valutato le emissioni radioattive avvenute durante l’incidente nucleare di Fukushima, partendo dai dati di radioattività misurati in Giappone, Usa ed Europa (circa un migliaio) e ripercorrendo a ritroso i processi di diffusione atmosferica e di deposito al suolo della nube radioattiva rilasciata durante l’incidente. Questo processo di ricostruzione a ritroso ha permesso di valutare le emissioni effettivamente avvenute, in base alla disponibilità dei dati ed alle possibilità di ricostruzione a posteriori degli avvenimenti mediante le mappe meteorologiche al suolo ed in quota di quel periodo.

I ricercatori sono stati in grado di valutare le emissioni, ma con un maggior grado di affidabilità e di dettaglio, solo quelle relative allo Xe-133 (lo xenon-133 è un gas nobile radioattivo poco significativo per gli effetti radiologici sanitari) e di Cs 137 (il cesio-137 è un pulviscolo, invece, particolarmente pericoloso per i suoi effetti radiologici sanitari).

I risultati ottenuti mostrano che sono stati emessi:

– 16.700.000 (sedicimilioni e settecentomila) terabequerel di Xe-133, un dato record: è, infatti, il più alto valore di rilascio radioattivo in atmosfera mai riscontrato nella storia dell’uso pacifico dell’energia nucleare. Questo dato corrisponde a circa 2,5 (due volte e mezzo) le emissioni di Xe-133 avvenute a Chernobyl. Essendo lo Xe-133 un gas nobile ed altamente volatile non ha comportato conseguenze di contaminazione radioattiva per inalazione ed ingestione, ma solo conseguenze di irraggiamento esterno. Pur non essendo un radionuclide critico per gli effetti sanitari, tuttavia è un radionuclide molto indicativo dell’entità dell’incidente avvenuto.

– 36.000 (trentaseimila) terabequerel di Ce-137. Questo dato corrisponde al 40% delle emissioni di Cs-137 avvenute a Chernobyl. Il Cs-137 è, invece un radionuclide di altissima rilevanza sanitaria, perché ha una vita media di 30 anni e se ingerito o inalato oltre certi limiti comporta serie conseguenze sanitarie. Il 20% di emissioni di Cs-137 sono ricadute sul territorio giapponese ed il restante 80% al di fuori dei confini giapponesi ma si è depositato prevalentemente sulle acque marine (dal momento che la nube radioattiva nella sua fase iniziale (a maggior concentrazione di Cs-137) ha attraversato l’oceano Pacifico e, prima di arrivare in Europa, anche l’oceano Atlantico.

Questi dati, che sono considerati rappresentativi dell’incidente avvenuto a Fukushima, mostrano che l’incidente nucleare giapponese è stato paragonabile a quello di Chernobyl anche se avvenuto in modi diversi sia come tempi (quello di Chernobyl in una decina di giorni, quello giapponese in una trentina di giorni) e come tipologia (quello di Chernobyl una unica grossa esplosione, quello giapponese con diverse minori esplosioni e modalità di rilascio).

Infine se si tiene conto del rapporto I-131/Cs-137 per tener conto dei diversi tempi di dimezzamento dello I-131 (8 giorni) e del Cs-137 (30 anni) è probabile che le emissioni di I-131 siano state complessivamente di circa 20 volte superiori a quelle del Cs-137, cioè pari a circa 720.000 TBq.

I dati di Chernobyl sono i seguenti (durata complessiva emissioni: circa 11 giorni)

Xe-133 e gas nobili radioattivi: 6.800.000 TBq (emessi nei primi giorni)

I-131: 1.800.000 TBq (media 164.000 TBq/giorno)

Cs-137: 85.000 TBq (media 7.700 TBq/giorno)

Sr-90: 10.000 TBq (910 TBq/giorno)

Pu-239+Pu-240: 3.000 TBq (228 TBq/giorno)

Altri: 5.300.000 TBq (482.000 TBq/giorno)

Totale emissioni: 14.000.000 TBq (1.273.000 TBq/giorno). (V. F.)