Dalla green economy risposta alla crisi

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Vasco Errani: necessario uscire dallo schema neo liberista che da cinquant’anni ci sovrasta, per andare verso un sistema nel quale la consapevolezza e il senso critico dei cittadini possa costringere la politica ad assumersi le responsabilità di scelte fondamentali per il rinnovamento del sistema in cui viviamo

Consapevolezza e cambiamento sono state le parole che sono echeggiate durante l’incontro inaugurale della XV edizione di Ecomondo presso la Fiera di Rimini. Gli echi dell’altalena delle borse e della situazione economica nazionale, che qui giungono ovattati, danno una consapevolezza ed un peso maggiore a tutte le iniziative che da oggi prendono l’avvio. Le opportunità economiche della green economy sono state il punto di partenza della discussione. In questo contesto inevitabilmente si è parlato di efficienza energetica e crescita felice.

Gli interventi che sono seguiti al saluto del presidente della Fiera di Rimini, Lorenzo Cagnoni, si sono caratterizzati per i diversi approcci: Amory Lovins, presidente e chief scientist del Rocky Mountain Institut, ha relazionato, in videoconferenza, sulla necessità di cambiare rotta e passare gradualmente alla produzione e al consumo di energie da fonti rinnovabili. «Gli investimenti nelle varie tecnologie porteranno grande beneficio all’economia – ha continuato Lovins – creando una possibilità di uscire dalla crisi. Passare dalla produzione energetica da fonti fossili e nucleare alle energie rinnovabili porterà ad una maggiore sicurezza mondiale e dunque anche a evitare guerre, come quelle del Golfo Persico, per l’accaparramento di petrolio».

Obiettivo comune ma con diverso approccio alla soluzione del problema quello di Simon Anholt, consigliere politico indipendente, il quale convinto della necessità di cambiare l’attuale modo di produzione energetica e il relativo consumo delle risorse invita a percorrere una strada diversa: la convinzione di Anholt è che la gente, quei 7 miliardi di abitanti delle Terra, sia «l’unica potenza mondiale e che il cambiamento non si farà attraverso la propaganda ma attraverso l’offerta di prodotti e servizi che produrranno essi stessi un cambiamento nelle abitudini degli individui. Dunque non la comunicazione come motore del cambiamento ma l’innovazione tecnologica. Prodotti e servizi che, questi sì, secondo Anholt, sono il più efficace mezzo di comunicazione.

La seconda parte dell’incontro inaugurale ha dato spazio di entrare nel vivo delle tematiche di Ecomondo, con l’intervento del presidente del Conai, Roberto De Santis, che ha fatto il punto della situazione attuale e delle prospettive future confidando nella graduale crescita della raccolta differenziata anche nel Mezzogiorno e nella ripresa del mercato delle materie prime secondarie, bloccato dalla crisi in atto. Di riforme e delle risorse che devono poter garantire la messa in opera delle stesse ha parlato il presidente di Legacoop, Giuliano Poletti, al quale ha fatto seguito l’intervento conclusivo del presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, che riprendendo le parole di Simon Anholt ha insistito sulla necessità di uscire dallo schema neo liberista che da cinquant’anni ci sovrasta, per andare verso un sistema nel quale la consapevolezza e il senso critico dei cittadini possa costringere la politica ad assumersi le responsabilità di scelte fondamentali per il rinnovamento del sistema in cui viviamo.