Ma che agroalimentare è se non è verde?

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Porte chiuse ai rappresentanti dell’agricoltura biologica e alle associazioni ambientaliste, nonostante il pagamento verde rappresenti la principale novità della riforma della Politica agricola comune che il Parlamento europeo si appresta a dibattere per il periodo post 2013

L’Europa chiede un’agricoltura più sostenibile, ma il Forum nazionale dell’Agroalimentare, che prende il via da oggi a Cremona, esclude l’ambiente. Lo denunciano Wwf Italia e Lipu-BirdLife Italia: porte chiuse ai rappresentanti dell’agricoltura biologica e alle associazioni ambientaliste, nonostante il pagamento verde (greening*) rappresenti la principale novità della riforma della Pac (Politica agricola comune) che il Parlamento europeo si appresta a dibattere per il periodo post 2013.

Attraverso la Pac, la Commissione europea intende affrontare le maggiori sfide ambientali globali riconoscendo alle imprese agricole un ruolo fondamentale in relazione al presidio del territorio, al mantenimento della vitalità degli ecosistemi, alla riduzione delle emissioni dei gas clima alteranti e allo sviluppo delle energie rinnovabili.

Un approccio che trova d’accordo Lipu e Wwf Italia, che sostengono una riforma ecologica della Pac e ritengono in particolare che essa dovrebbe essere basata sul principio «i soldi pubblici per beni pubblici», con un giusto riconoscimento economico del lavoro che gli agricoltori svolgono per contrastare il dissesto idrogeologico del nostro Paese, la conservazione della biodiversità e l’adattamento ai cambiamenti climatici nel territorio.

Ma il «greening» del primo pilastro per la Pac del futuro, come proposto dalla Commissione europea, seppur orientato nella giusta direzione – sostengono Lipu e Wwf – appare ancora debole rispetto alla complessità delle sfide ambientali che l’agricoltura europea dovrà affrontare e incapace, soprattutto, di premiare nelle giuste proporzioni quelle aziende che contribuiscono maggiormente alla tutela dell’ambiente con le loro buone pratiche e modelli gestionali innovativi.

Il «greening» deve per questo essere rafforzato e non indebolito. Ad oggi la posizione del Governo italiano nell’ambito del negoziato europeo sulla riforma della Pac post 2013 non ha adeguatamente interpretato e sostenuto le enormi potenzialità ed opportunità che le sfide ambientali possono offrire.

«Purtroppo – ha commentato Fulvio Mamone Capria, Presidente Lipu-BirdLife Italia – dobbiamo prendere atto della non volontà del Forum di confrontarsi con associazioni come le nostre, che a livello europeo stanno seguendo il processo di riforma avviato dalla Commissione europea. Le nostre proposte – prosegue Mamone Capria – avrebbero senz’altro favorito un costruttivo confronto con tutti gli interessati alla sopravvivenza dell’agricoltura nel nostro paese».

«Non condividiamo le posizioni critiche assunte dal Governo italiano sul “greening” – ha aggiunto Stefano Leoni, Presidente del Wwf Italia – ed auspichiamo per questo nuove occasioni di confronto con il Ministero, le Regioni e con il mondo agricolo italiano, convinti di lavorare tutti per un futuro sostenibile per l’agricoltura italiana. Auspichiamo vi siano nell’immediato futuro le condizioni per assicurare un fattivo coinvolgimento delle nostre associazioni nel processo di programmazione che seguirà l’attuale fase di riforma, quando dovranno essere definiti gli strumenti attuativi della Pac a livello nazionale e regionale».

L’assenza dal programma del Forum nazionale di Cremona di un approfondito confronto sul greening della futura Pac con tutti gli attori sociali ed economici interessati è la riprova della distanza culturale dell’Italia dai modelli di sostenibilità dell’agricoltura auspicati dall’Europa. Una posizione – giudicano Lipu e Wwf – miope o poco lungimirante, considerato che le aziende agricole italiane presentano per dimensione e modalità di gestione una particolare vocazione alla multifunzionalità e alle produzioni di qualità legate alla tutela e valorizzazione della biodiversità e dei nostri paesaggi.

Le Associazioni, che hanno manifestato il proprio dissenso anche con una lettera inviata al ministro Saverio Romano e all’assessore Agricoltura della Regione Puglia, Dario Stefano, nel suo ruolo di coordinatore del tavolo agricoltura della Conferenza delle Regioni, rivolgono un appello direttamente alle Associazioni agricole italiane: «Non tradite il patto tra la nostra agricoltura ed i cittadini – consumatori italiani ed europei, che chiedono alle imprese agricole di essere protagoniste della riforma verde della Pac, per affrontare con maggiore efficacia le sfide ambientali. Sfide ineludibili, come hanno dimostrato le alluvioni di queste ultime settimane, causate delle intense precipitazioni effetto dei cambiamenti climatici in atto sul pianeta».

Le aree rurali dei 27 paesi europei rischiano di soccombere davanti alla globalizzazione dei mercati agricoli e per questo la nuova Pac dovrà giocare un ruolo chiave per mantenere la vitalità di territori spesso marginali dal punto di vista economico e sociale, ma fondamentali anche per la conservazione della biodiversità e per il mantenimento dei servizi che gli ecosistemi forniscono per il benessere di tutti i cittadini europei.

* Il pagamento verde, basato sui comportamenti ambientali virtuosi delle aziende agricole, è uno dei pagamenti che sostituiranno il Pagamento unico aziendale (Pua), unitamente al Pagamenti di base e quello per l’agricoltura biologica.

(Fonte Lipu)