La Settimana europea per la riduzione dei rifiuti

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Tra le 888 azioni validate, più della metà sono arrivate dalla Pubblica amministrazione, un 30% dalle categorie Associazioni e Imprese (con un numero praticamente uguale di azioni validate), il 10% dalle Scuole e il resto da altri soggetti

Sono quasi 900 (888 per la precisione), contro circa 600 dello scorso anno, le azioni validate della terza edizione della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti (European week for waste reduction – Ewwr), in programma dal 19 al 27 novembre, che si preannuncia come la più partecipata di sempre. Il dato è stato presentato durante Ecomondo, la Fiera internazionale del recupero di materia e di energia e dello sviluppo sostenibile di Rimini, all’interno della presentazione ufficiale dell’iniziativa, che si terrà dal 19 al 27 novembre.

La «Settimana europea della riduzione dei rifiuti» nasce all’interno del Programma Life+ della Commissione europea con l’obiettivo primario di sensibilizzare le Istituzioni, gli stakeholder e tutti i consumatori circa le strategie e le politiche di prevenzione di rifiuti messe in atto dall’Unione europea, che gli Stati membri devono perseguire, anche alla luce delle recenti disposizioni normative (direttiva quadro sui rifiuti, 2008/98/CE).

Tra le 888 azioni validate, più della metà sono arrivate dalla Pubblica Amministrazione, un 30% dalle categorie Associazioni e Imprese (con un numero praticamente uguale di azioni validate), il 10% dalle Scuole e il resto da altri soggetti. Nel corso della presentazione ufficiale sono state proposte le azioni più «particolari» validate in questa edizione che fanno capire come la riduzione possa avere anche una funzione «riabilitativa».

In Emilia Romagna, ad esempio, con il Progetto Raee in carcere i detenuti delle case circondariali di Bologna, Ferrara e Forlì – Cesena sono protagonisti del recupero di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Con questo progetto i detenuti vengono formati e assunti con regolare contratto per realizzare attività di smontaggio e recupero in sicurezza di Raee. Un progetto che in sé racchiude un valore non solo ambientale, questo volto a formare un substrato di sensibilizzazione diffusa su di un tema, quello dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, che rappresenta una delle sfide più importanti per l’Europa e l’Italia visti gli alti tassi d’utilizzo e le composite caratteristiche merceologiche del complesso costituito sì da materiali recuperabili ma anche da sostanze inquinanti da non disperdere nell’ambiente, ma anche sociale e di integrazione collettiva.

Altra azione presentata in Fiera vede invece l’utilizzo della tecnologia integrata al sistema di gestione del prodotto, la stessa impiegata per produrre meno rifiuti. L’azione in questione è QR-code-SERRevOIL messa in campo da cinque aziende agricole pugliesi che sperimenteranno l’utilizzo del sistema QR code, il codice a barre informativo a lettura ottica, sulle etichette presenti sulle bottiglie di olio extravergine di oliva e questo con l’obiettivo di ridurre le dimensioni delle etichette risparmiando così il consumo di carta.

In Liguria invece la riduzione diventa un videoclip. Ad Albisola Superiore infatti il 26 e 27 novembre verrà realizzato un video musicale con tecnica lip dub, ossia un videoclip interpretato da gruppi di persone e girato in piano sequenza senza interruzioni, che ha l’obiettivo di stimolare il pubblico sulla riduzione dei rifiuti all’origine, tramite una spesa sostenibile, e sulla corretta differenziazione dei rifiuti. Sarà il primo lip dub al mondo con una canzone inedita scritta appositamente per diffondere un messaggio sociale ossia l’importanza di difendere l’ambiente con comportamenti sostenibili messi nella pratica da tutti.

In definitiva, tante azioni un solo obiettivo: ridurre, riusare, compostare, fare acquisti sostenibili a partire dal singolo individuo. Diverse declinazioni di uno stesso concetto, meno consumo di materia prima all’origine determina una minore produzione di rifiuto a fine ciclo vita del prodotto e questo crea una minore quantità e conseguentemente una più facile gestione del rifiuto stesso. Perché fare raccolta differenziata è necessario ma non basta, bisogna cambiare abitudini di consumo della materia dando concretezza all’equazione che dovrebbe caratterizzare l’impegno politico ed economico di questo secolo:

un essere umano = una quota di natura a disposizione.