Crescono nel mondo le città intelligenti

403
Tempo di lettura: 4 minuti

Il testo è un utile strumento per tecnici ed amministratori italiani; un contenitore di spunti e di idee per tutti coloro che sono impegnati nella realizzazione di strategie per la crescita urbana intelligente e sostenibile

La pubblicazione di Cittalia (il centro di ricerche Anci) contiene alcune delle migliori esperienze d’innovazione realizzate da alcune importanti città a livello mondiale. Si tratta, in particolare, di dodici strategie che hanno puntato e puntano sulle nuove tecnologie per migliorare la qualità della vita, rendendo le città sempre più sostenibili.

Nelle città si conducono e si condurranno le principali sfide del futuro come quella contro il cambiamento climatico, ma non solo; altre sfide «ad alto impatto ambientale» vedono protagoniste le città, sono quelle legate alla mobilità delle merci e delle persone, al consumo energetico, alla gestione dei rifiuti.

Molte delle strategie messe in campo dalle «città intelligenti» o «smart cities» presentate nel documento di Cittalia interessano l’ambiente e la green economy, a dimostrazione che solo andando in questa direzione potremmo creare un «sistema urbano intelligente e sostenibile».

Investire sulle «smart cities» significa opportunità di sviluppo economico, stimolo delle filiere produttive e recupero urbano, dai grandi siti dismessi di produzione industriale ai grandi poli tecnologici, spesso sedi di distretti innovativi.

Dal documento di Cittalia abbiamo estrapolato alcune esperienze, prediligendo quelle che mostrano un impatto positivo sull’ambiente.

 

Amsterdam ha dichiarato guerra alle emissioni di CO2 mettendo in campo una serie di iniziative che coinvolgono istituzioni pubbliche, imprese e privati. Alle ormai consolidate politiche in materia di mobilità urbana e riqualificazione cittadina, Amsterdam ha affiancato una strategia, che è un mix tra riqualificazione energetica di edifici pubblici e privati (per ridurre le emissioni anche di strutture simbolo come il museo della scienza Nemo) e partecipazione civica (con la riqualificazione partecipata della Utrechtsestraat). Con l’attuazione di questa politica la città olandese punta a raggiungere gli obiettivi contenuti nel New Amsterdam Climate, il piano di intervento che vede, entro il 2025, ridotte le emissioni di CO2 del 40% agendo sull’edilizia privata, i trasporti e l’organizzazione degli spazi urbani.

Molto interessante anche l’iniziativa Utrechtsestraat Climate Street, sempre attuata nella città olandese, che punta a diminuire le emissioni di CO2 con il contributo di quaranta imprenditori che operano nel quartiere, e che hanno collaborato alla mappatura delle emissioni e alla progressiva installazione di smart meters e smart plugs per la riduzione dei consumi e la contestuale riduzione di emissioni.

Reykjavik, la capitale più settentrionale del mondo, ha puntato sull’energia proveniente dalla geotermia. Cascate, vulcani, geyser creano energia senza ricorso al petrolio, al gas o ai loro derivati. Reykjavik, infatti, produce al 100% energia da risorse rinnovabili. Per questo è nato un team di eccellenza, Orkuveita Reykjavikur, che lavora in partnership con l’Università. Il compito principale di questo team è quello di monitorare due delle più grandi centrali geotermiche presenti in Islanda e il più grande sistema di teleriscaldamento del mondo, che distribuisce ogni anno 60 milioni di metri cubi di acqua calda nelle abitazioni, che significa che il 70% dell’acqua usata per il riscaldamento proviene da fonti geotermiche. Dal 1944, anno di attivazione del teleriscaldamento, ad oggi si stima che Reykjavik abbia risparmiato all’atmosfera 110 milioni di tonnellate di CO2.

Con l’idrogeno e con il metano prodotto dalle biomasse, Reykjavik, cerca di rendere più autonoma la mobilità urbana, ancora legata al trasporto su gomma e quindi ai carburanti fossili. La NyOrka, società misto pubblico-privato, ha dato avvio, alla fine degli anni 90, alle prime esperienze di uso di idrogeno nella mobilità, mentre nel 2006 il Municipio ha messo in circolazione i primi due autobus urbani alimentati da gas naturale prodotto da biomasse.

Helsinki, invece, ha puntato sulla raccolta di dati migliorando le politiche di gestione del traffico e della mobilità urbana. I dati che prima erano a disposizione solo dell’amministrazione ora sono aperti al pubblico e possono essere fruiti anche tramite cellulare. Un’importante applicazione intelligente, sostenibile ed in grado di dare migliore vivibilità alla città, si sta sperimentando nel settore della mobilità cittadina. Gli abitanti di Helsinki ricevono informazioni, tramite display pubblici o cellulari, sui veicoli in circolazione, su problemi di traffico, sulla disponibilità di parcheggi consentendo di fare scelte «intelligenti» sulla propria mobilità.

La portoghese Paredes si avvia ad installare cento milioni di sensori che metteranno in rete le informazioni su illuminazione pubblica, consumi energetici e smaltimento dei rifiuti gestite da un cervellone centrale, capace di ri-orientare in tempo reale gli interventi dell’amministrazione locale.

Il progetto realizzato da un team di tecnici, urbanisti ed informatici, si fonda su tre pilastri, il principale è il Sensor Network Tecnology, a cui si affiancano Xtreme construction e l’Urban Operating System. Grazie a questo sistema i dati vengono combinati ed aggregati in modo da produrre informazioni che costituiscono la base di conoscenze per il sistema operativo urbano, il sistema si è rivelato molto utile per la gestione del traffico cittadino.

 

Negli Usa, invece, l’alleanza con i grandi gruppi imprenditoriali dell’innovazione ha portato a conseguenze positive per la crescita smart (intelligente) in numerosi contesti urbani. A Seattle la partnership con Microsoft ha consentito ai residenti di tracciare on-line i propri consumi energetici, contribuendo così al raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico posti dal Climate Action Plan mentre a Portland la partnership con Ibm ha consentito di analizzare dati di differenti fenomeni urbani per valutarne le possibili interconnessioni ed azioni integrate per il miglioramento dell’ambiente urbano e della qualità della vita.

(Fonte Arpat, Testo a cura di Stefania Calleri)