Un pozzo di petrolio nel bacino idrico di Marsico Nuovo

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L’Eni autorizzata a trivellare ad oltre 1.000 metri sul livello del mare nonostante la zona sia ricca di numerose sorgenti che formano il fiume Agri e a soli 3 Km da un centro abitato e da una diga, in un area ad altissima valenza ambientale e naturalistica qual è il parco nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese

La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, informa che con deliberazione n.554 dell’8 maggio scorso, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Basilicata n. 16 del 1° giugno scorso, la giunta regionale ha rilasciato il giudizio favorevole di compatibilità ambientale e l’autorizzazione paesaggistica per la realizzazione del pozzo esplorativo Eni «Pergola 1» nel territorio comunale di Marsico Nuovo.

La Ola aveva presentato le proprie osservazioni al progetto Eni nel mese di Agosto 2009. Esse evidenziavano numerose carenze e incongruenze rilevate nella documentazione tecnica allegata allo studio di Impatto Ambientale dell’Eni. I contenuti di queste osservazioni, rileva la Ola, non sono state oggetto di alcuna prescrizione, nonostante le affermazioni di principio enunciate nel provvedimento regionale. Anzi, l’autorizzazione regionale rende di fatto non attendibili i contenuti dello studio Via e degli impatti che sono stati costantemente e sistematicamente sottostimati.

Le osservazioni dell’Organizzazione venivano riassunte in 16 punti con una disamina puntuale degli aspetti geologici, geo-morfologici, idrologici ed ambientali. La realizzazione di un pozzo petrolifero è una delle attività industriali più inquinanti conosciute l’ipotesi di realizzare una installazione di siffatto tipo, a soli 3 Km da un centro abitato e da una diga, in un area ad altissima valenza ambientale e naturalistica qual è il parco nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, in un territorio caratterizzato da pregiate e importanti risorse idriche, boschi e sorgenti ed avvengono in spregio ad ogni principio di precauzione all’interno di un bacino di idrico di profondità tra i più importanti della Val d’Agri e della Basilicata situato alle sorgenti dell’Agri.

Quanto deciso dalla Regione è per la Ola inaccettabile, tecnicamente sbagliato e moralmente scorretto e ancor più diventa tale allorquando le analisi e gli studi propedeutici vengono affrontati come una banale routine tecnico-amministrativa piuttosto che come una scrupolosa e puntuale disamina delle problematiche e degli impatti che tale attività induce sull’ambiente e sull’uomo.

È il caso ad esempio delle prescrizioni della Direzione dei Beni Ambientali e del Paesaggio che invece di evidenziare l’esistenza dei vincoli della Legge 431/85 per un pozzo situato ad oltre 1.000 metri sul livello del mare, si limita a prescrivere esclusivamente aspetti paesaggistici di inserimento dell’opera industriale, prescrivendo di non tagliare 2.000 metri quadrati di alberi e vegetazione.

Ai cittadini di Marsico Nuovo non resta che ricorrere al Tar Basilicata contro il provvedimento regionale che di fatto penalizza la comunità e mortifica un territorio dal quale Eni intende estrarre 30mila barili di greggio al giorno nell’ambito delle contropartite del Memorandum e dall’articolo 16 della legge sulle liberalizzazioni. E nonostante sia ricco delle numerose sorgenti che formano il fiume Agri.

La scheda del nuovo pozzo Eni Pergola 1

Il pozzo Eni Pergola 1 è situato a 1.038 metri sul livello del mare, in località Masseria Votta e Masseria Russo. Insiste sul bacino idrografico del Torrente Pergola e su quello interregionale del fiume Sele. La trivellazione avrà una profondità presunta di oltre 3.000 metri, sino al raggiungimento della cosiddetta roccia serbatoio della Piattaforma Apula. Il sito è raggiungibile attraverso un tortuoso sentiero che verrà allargato fino a renderlo percorribile da mezzi pesanti e Tir. Per poter realizzare la piattaforma di trivellazione verranno sbancati e cementificati oltre 38 ettari di terreno in aree attualmente coperte di boschi e pascoli. Verrà realizzata un’area parcheggio di 1.300 metri quadrati. Nello studio Eni si evidenziano parzialmente i materiali e gli additivi che verranno usati durante la trivellazione per raffreddare e lubrificare lo scalpello. Verrà inoltre realizzata una fiaccola ove verranno convogliati e bruciati i gas estratti durante la trivellazione. Entro sei mesi Eni conta di realizzare le prove di produzione, propedeutiche all’estrazione e messa in produzione del giacimento con il collegamento del pozzo tramite oleodotto per il centro olio di Viggiano.

(Fonte Ola)