Romney, tutto petrolio e conservazione

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All’interno del programma, lungo 21 pagine, la parola «petrolio» viene nominata ben 154 volte, mentre la parola «vento» solo 10 volte, di cui 5 in senso negativo, e quella «solare» 14 volte, di cui 4 negativamente

Elezioni Usa 2012: «un mare di petrolio per tutti». Romney rende pubblico il suo programma e la green economy trema.

La politica ambientale del candidato alla Casa Bianca per i Repubblicani si presenta troppo conservatrice, retrograda e antiprogressista per il mondo di domani. Il suo Energy Plan farebbe rabbrividire qualunque eco idealista e con lui al Governo l’America tornerebbe indietro di almeno 30 anni.

All’interno del programma, lungo 21 pagine, la parola «petrolio» viene nominata ben 154 volte, mentre la parola «vento» solo 10 volte, di cui 5 in senso negativo, e quella «solare» 14 volte, di cui 4 negativamente.

Zero accenni al riscaldamento globale, ma anche nessun cenno agli aiuti ricevuti dalle lobby del petrolio e del gas in questa campagna elettorale, che ammonterebbero ad una cifra stimata in oltre duecento milioni di dollari.

Mitt Romney, da buon Repubblicano difensore degli interessi dei petrolieri, punterà tutto sull’oro nero. Ha già annunciato di tagliare i sussidi statali all’industria dell’eolico ed eliminerà tutte le barriere alle trivellazioni, anche per quanto riguarda il gas, con lo scopo di raggiungere l’assoluta indipendenza energetica entro il 2020.

Verranno erogati aiuti soltanto per le attività estrattive e saranno realizzate partnership con Canada e Messico per la collaborazione nello scambio del greggio, probabilmente per dipendere sempre meno dall’instabile mercato arabo.

Per il Repubblicano le rinnovabili rappresentano l’ultima ruota del carro e si punterà su di loro solo se rimanesse ancora una piccola percentuale di fabbisogno energetico non made in Usa.

L’ex Governatore del Massachusetts ha inoltre affermato che le politiche di cap and trade sono troppo «buoniste e dannose» e ha persino dichiarato di essere intenzionato a puntare nuovamente sul carbone.

I Repubblicani hanno sempre considerato l’ecologia un fastidio più che un’opportunità, ma non credevamo che sarebbero arrivati persino ad ostacolarla.

Per fortuna che le speranze di vederlo alla Casa Bianca sono davvero minime.