Le «volanti» che distruggono il pesce azzurro

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La popolazione delle acciughe nel Canale di Sicilia è ormai al limite del collasso e secondo i dati della Commissione generale della Pesca nel Mediterraneo (Cgpm) della Fao, negli ultimi tre anni in media si sono pescate circa 5.160 tonnellate di acciughe, quasi il doppio del massimo sostenibile (solo 2.359 tonnellate). La stessa fonte rivela che anche le popolazioni di sardine sono ai minimi e che non è possibile trasferire su questa specie la pressione di pesca

Stamattina l’equipaggio della nave di Greenpeace «Arctic Sunrise» ha intercettato una coppia di «volanti», imbarcazioni che usano reti a strascico semipelagiche per la pesca delle acciughe e delle sardine [1]. Un attivista si è tuffato in mare con grandi boe per fermare simbolicamente questi pescherecci che stanno distruggendo le risorse ittiche grazie a una «licenza sperimentale» che viene rinnovata ogni sei mesi dal ministero delle Politiche Agricole. Altri attivisti, su un gommone, si sono affiancati alle volanti, mostrando due striscioni «Questa pesca svuota il mare» e «Esperimento pericoloso».

La popolazione delle acciughe nel Canale di Sicilia è ormai al limite del collasso [2] e secondo i dati della Commissione generale della Pesca nel Mediterraneo (Cgpm) della Fao, negli ultimi tre anni in media si sono pescate circa 5.160 tonnellate di acciughe, quasi il doppio del massimo sostenibile (solo 2.359 tonnellate) [3]. La stessa fonte rivela che anche le popolazioni di sardine sono ai minimi e che non è possibile trasferire su questa specie la pressione di pesca.

«Peschiamo più del doppio di quello che possiamo permetterci: insistere con un “esperimento scientifico” folle come quello delle volanti a coppia è un crimine che dev’essere fermato subito – ha dichiarato Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace [a bordo dell’Arctic Sunrise] -. Con il collasso della popolazione di acciughe, e le sardine ai minimi storici, ormai sono a rischio sia i pescatori che usano reti più selettive, come e reti a circuizione, sia il settore delle conserve ittiche, che ormai è costretto a importare pesce azzurro dall’Atlantico».

Le cause di questo disastro sono complesse, ma non c’è niente di più vergognoso e incredibile della storia delle «licenze sperimentali» per la pesca con le volanti a coppia. Alcune associazioni siciliane della pesca hanno esplicitamente criticato questa pratica insensata, ricordando tra l’altro che nei mesi invernali, quando le volanti pescano e scartano notevoli quantitativi di giovanili di acciughe, la pesca a circuizione si ferma.

Il collasso della popolazione di acciughe, cui le volanti sperimentali (anche con i loro scarti) hanno certamente contribuito, è certificato dalle nette conclusioni del Cgpm-Fao: «dato che lo stock [di acciughe] è in questo momento sovrasfruttato, lo sforzo di pesca deve essere ridotto tramite un piano di gestione pluriennale fino a quando non ci saranno le prove di un recupero dello stock. Devono essere definite notevoli riduzioni delle catture assieme a riduzioni dello sforzo di pesca…».

«Greenpeace chiede che il piano pluriennale proposto dalla Fao per salvare le acciughe del Canale di Sicilia sia rapidamente adottato e che la prima misura di riduzione dello sforzo di pesca sia lo stop alle licenze sperimentali per le volanti – ha aggiunto Giannì –. Tutti devono contribuire a tutelare una specie preziosa per l’economia e l’ecosistema: per questo chiediamo anche uno stop a tutta la pesca al pesce azzurro nei mesi invernali, per impedire la cattura e lo scarto degli esemplari giovanili».

Quella di stamattina è la prima azione in Italia durante il tour europeo di Greenpeace in sostegno della pesca artigianale. L’Arctic Sunrise navigherà nel Mediterraneo con l’obiettivo di portare le richieste di chi pesca in modo sostenibile fino a Bruxelles, dove si sta decidendo la nuova Politica Comune della pesca. Solo in Italia le imbarcazioni appartenenti al sistema della «piccola pesca» sono quasi novemila, pari al 66,4 per cento della flotta nazionale. Un settore rilevante che dà lavoro a oltre 14mila addetti, circa la metà del totale dei pescatori italiani e che rischia di scomparire. Una delle Regioni dove questa flotta è tra le più importanti è proprio la Sicilia.

[1] Il sistema prevede l’uso di una rete a strascico che trainata da una coppia di imbarcazioni pesca acciughe e sardine. Da oltre dieci anni, ad alcuni pescherecci a strascico del porto di Sciacca (AG) è rilasciata, oggi con cadenza semestrale, una licenza sperimentale per usare queste reti che sono tra l’altro note per la scarsa selettività soprattutto quando, in inverno, catturano (e rigettano morti in mare) migliaia di esemplari giovanili di acciughe, al di sotto dei 9 centimetri della taglia legale.
[2] Rapporto «Futuro a rischio per il pesce azzurro nel Canale di Sicilia» 
[3] Gfcm-Fao Stock Assessment Form-Small Pelagics – Engraulis encrasicolus (novembre 2012). Analogo rapporto tecnico sulle sardine