Burocrazia arma letale per i Parchi

671
Tempo di lettura: 2 minuti

Burocrazia inutile e dispendiosa, ripetitiva e caotica, sono mali ben noti. Ma sul fronte della natura causano danni ancor più gravi perché distruggono la motivazione e il senso di appartenenza degli addetti ai lavori e finiscono con l’impantanare la situazione. L’allarme lanciato dal Comitato parchi sin dal 1996

Un lucido e motivato Sos contro gli eccessi e le degenerazioni di una burocrazia sempre più invasiva e inefficiente è stato lanciato dall’Aidap (Associazione italiana direttori e funzionari aree protette), che denuncia chiaramente la deriva a spirale in cui sta precipitando la realtà dei Parchi Nazionali, quello che era stato il sogno più bello e la conquista culturale, ecologica e civile più elevata del secolo scorso.
Burocrazia inutile e dispendiosa, ripetitiva e caotica, subdola e inconcludente sono mali ben noti, con cui ogni cittadino s’incontra e purtroppo si scontra quotidianamente. Ma sul fronte della natura causano danni ancor più gravi, perché nell’assordante silenzio del Palazzo e nella cronica indifferenza dei più, distruggono la motivazione e il senso di appartenenza degli addetti ai lavori, condannano all’alienazione progressiva chiunque tenti di fare qualcosa di utile, e finiscono con l’impantanare la situazione, rischiando di compromettere gli obiettivi fondamentali della conservazione della natura.
Nessuno più di noi potrebbe comprendere, condividere e sostenere questo appello, che va rilanciato forte e chiaro in tutte le sedi opportune, sul piano politico, istituzionale e mediatico, non solo nazionale, ma anche a livello internazionale. Perché nel lungo lavoro svolto per segnalare, contrastare e arginare i traboccanti eccessi della burocrazia, e della stessa tecnocrazia, avevamo chiaramente denunciato la quantità di malesseri, disturbi e piaghe che purtroppo caratterizzano, come un male oscuro, l’intera realtà italiana.
Pochi accenni sono sufficienti a tratteggiare la situazione: disinteresse per il bene comune, fuga dalle responsabilità, nessuna analisi costi-benefici, confusione permanente tra mezzi e fini, controlli spesso solo cartacei e virtuali, se non risibili, illusione che messe a posto le pratiche, siano risolti anche i problemi, tendenza ad avvolgere tutto nella nebbia più fitta…

manifesto-sabbie-mobili-burocrazia-1Ecco perché, fin dal lontano 1996, il Comitato parchi aveva lanciato un forte messaggio, chiaramente illustrato in una tavola con alcuni semplici diagrammi, che qui riproponiamo: Nelle sabbie mobili della burocrazia.
Quando qualcuno scriverà la storia dei Parchi d’Italia, e in particolare la vera storia kafkiana del Parco d’Abruzzo, si scoprirà che il disastro attuale aveva avuto significativi precedenti, e che sarebbe stato possibile prevenirlo, evitarlo o contrastarlo. E vedrà che le vicende di quel Parco rappresentano il vero paradigma della crisi in cui è poi precipitato l’intero Paese. Ma per capire meglio la dinamica occulta che muove la nostra realtà, occorrerebbe un po’ di memoria storica, proprio quella che l’Italia ha sempre spensieratamente rimosso o dimenticato.
Nel caso specifico del Parco d’Abruzzo, la memoria storica è stata, più semplicemente, totalmente e unanimemente cancellata. E quindi nessuno dovrà stupirsi, se si continueranno a ripetere gli stessi errori.