La biodiversità sempre più a rischio

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«Il Wwf sta seguendo gli orsi polari con i radio collari per studiarne comportamento e impostare su basi scientifiche le azioni di conservazione. Su 9 orsi polari, alcuni dei quali costretti a nuotare con i loro piccoli per grandi distanze, il 45% dei cuccioli che abbiamo seguito non ce l’ha fatta. Un dato drammatico e allarmante. È per loro, per tutti gli orsi polari che per colpa nostra non ce la faranno, che il Wwf sta mettendo tutte le sue forze ed energie per fermare il cambiamento climatico, per arrestare la devastante fusione dei ghiacci polari e proteggere l’habitat dell’orso polare»

È lo stambecco, assieme ad altre specie alpine come la pernice bianca e la stella alpina, il simbolo della biodiversità italiana minacciata dal clima che cambia. Questi è quanto riporta il dossier «Biodiversità e cambiamenti climatici», elaborato dal Wwf in vista della Cop21 a Parigi, alla quale l’associazione chiede di portare a casa un nuovo accordo globale sul clima efficace ed equo.
Quello che sta avvenendo nel mondo è un innalzamento della temperatura globale che è causa di cambiamenti climatici che vedono, ad esempio, la stagione vegetativa nelle aree montane sempre più anticipata, e i pascoli d’alta quota poveri di quel foraggio necessario alla nutrizione dei capretti nel momento critico dello svezzamento.
Alcuni dati alla mano infatti vedono una sopravvivenza di questi animali scesa dal 50% negli anni 80 al 25% di oggi. Ne muoiono cioè 7-8 piccoli ogni dieci che ne nascono e questo non è solo il problema. Lo scenario globale che vede un aumento delle temperature potrebbe consegnarci un pianeta invaso da specie adattabili e invasive, dalle zanzare portatrici di patologie anche gravi come la dengue, la febbre gialla e la malaria, a parassiti come il punteruolo rosso, responsabile della moria delle palme in Italia, alle meduse, che potrebbero proliferare ulteriormente nel Mediterraneo.
Lo scenario a cui si assiste è che diverse specie di animali e piante, per fuggire al riscaldamento del pianeta stanno spostando i loro areali di distribuzione verso maggiori latitudini o altitudini ma questo per le specie d’alta quota non è possibile. La riduzione dei ghiacciai e dei periodi di innevamento su tutto il pianeta sta minacciando molte specie alpine sulle montagne di tutto il mondo. In queste aree di criosfera vivono 67 mammiferi terrestri, 35 marini e 21.000 di altre specie di animali, piante e funghi. Dal leopardo delle nevi in Tibet al pinguino di Adelia in Antartide, dall’orso polare in Artico all’arvicola delle nevi, dal krill antartico, fondamentale primo anello della catena alimentare, ai trichechi, che vedono assottigliarsi sempre più il ghiaccio marino artico, a specie vegetali simbolo delle montagna come la stella alpina e l’abete bianco.
Isabella Pratesi, direttore del Programma di Conservazione del Wwf Italia, ha detto: «Il Wwf sta seguendo gli orsi polari con i radio collari per studiarne comportamento e impostare su basi scientifiche le azioni di conservazione. Su 9 orsi polari, alcuni dei quali costretti a nuotare con i loro piccoli per grandi distanze, il 45% dei cuccioli che abbiamo seguito non ce l’ha fatta. Un dato drammatico e allarmante. È per loro, per tutti gli orsi polari che per colpa nostra non ce la faranno, che il Wwf sta mettendo tutte le sue forze ed energie per fermare il cambiamento climatico, per arrestare la devastante fusione dei ghiacci polari e proteggere l’habitat dell’orso polare».
Quello a cui stiamo assistendo è una perdita di biodiversità, una biodiversità che una volta persa non la si può più recuperare e rappresenterà, se non ci saranno inversioni di tendenza, un drammatico impoverimento di specie animali e vegetali con ecosistemi che non ci forniranno più cibo, medicine e altre risorse vitali con una perdita in termini economici di circa 125.000 miliardi di dollari, questo il valore non di mercato dei servizi ecosistemici stimato nel 2011.
La Cop21 è una grande occasione per tutti, un’opportunità per dare voce alla biodiversità a rischio. Quello che dobbiamo cambiare è il nostro stile di vita. Continuare ad utilizzare i combustibili fossili che distruggono suolo e foreste ha un impatto senza precedenti sugli ecosistemi e sulle specie animali e vegetali che li vivono, e rischiano di stravolgere il Pianeta così come lo conosciamo noi.
La Cop21 ha l’obbligo di scrivere un accordo realmente efficace e sostenibile nel limitare il riscaldamento globale, una scelta da fare ora senza se e senza ma.

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