L’Italia sprofonda per… ignoranza

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Ignorata e non sufficientemente studiata la geologia dei territori. Il problema della formazione di sprofondamenti può causare pesanti perdite economiche, o addirittura vittime e che negli ultimi anni ha visto registrare, anche sul territorio pugliese, un preoccupante aumento nella frequenza degli eventi

Ha fatto discutere l’ennesimo sprofondamento urbano verificatosi lo scorso 22 marzo a Roma, nel Quartiere Appio Latino. Uno sprofondamento che conferma come la mancanza di una governance univoca costituisca un indiscutibile punto di debolezza del sistema urbano e delle sue interferenze con i fenomeni di dissesto idrogeologico quali sprofondamenti, frane, alluvioni e allagamenti.

Un ennesimo fatto di cronaca che mette a luce la totale mancanza di una visione unitaria associata ad un insufficiente o del tutto assente sistema di monitoraggio e controllo delle pericolosità idrogeologiche del territorio urbano della Capitale, situazione questa che non consente, ad oggi, di assicurare una mirata prevenzione degli scenari di rischio e pronte ed adeguate risposte alle criticità del territorio, sempre più frequenti nel corso degli ultimi anni.

Un evento che ha spinto la Società italiana di geologia ambientale (Sigea) e Italia Nostra (Sezione Roma), in qualità di Associazioni di protezione ambientale riconosciute dal ministero dell’Ambiente, a richiedere al Comune di Roma l’attivazione di una «Cabina di regia» tra l’altro promossa dall’attuale Giunta Comunale che ha cercato di affrontare queste criticità del territorio attraverso la Memoria di Giunta del 28 ottobre 2016 relativa proprio alla sua istituzione.

Un Servizio Geologico di Roma Capitale, proposto ma mai attuato, per mitigare la pericolosità e i rischi connessi al dissesto geologico-idraulico nel territorio romano, anche al fine di «garantire le più idonee iniziative per la previsione, prevenzione e la corretta gestione di eventi quali frane, sprofondamenti, alluvioni e allagamenti»…

Un problema quello vissuto dai romani che risulta particolarmente attivo anche in Puglia essendo la regione Puglia un territorio carsico, in zone caratterizzato da presenza di rocce tenere, e dove pertanto il fenomeno dello sprofondamento (sinkhole), rappresenta la tipologia più peculiare di pericolo, essendo questo connesso alla presenza di vuoti sotterranei, siano questi sia di origine naturale, dovuti all’azione di dissoluzione che interessa le rocce solubili, sia creati dalle attività antropiche, per mezzo di scavi di cavità artificiali nel sottosuolo realizzati dall’uomo nel corso delle epoche storiche.

Il problema della formazione di sprofondamenti può causare pesanti perdite economiche, o addirittura vittime e che negli ultimi anni ha visto registrare, sul territorio pugliese, un preoccupante aumento nella frequenza degli eventi.

La Puglia, ricorda uno studio redatto da A. Fiore dell’Autorità di Bacino della Puglia, Bari e M. Parise del Consiglio nazionale delle ricerche – Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica (Cnr-Irpi), Bari e intitolato «Cronologia degli eventi di sprofondamento in Puglia, con particolare riferimento alle interazioni con l’ambiente antropizzato» è, d’altra parte, nota da tempo per tali fenomenologie di eventi, come dimostrano le crisi che interessarono in decenni passati le città di Canosa di Puglia ed Andria; pertanto, la possibilità che si verifichino eventi di sprofondamento non è nuova per l’area.

Ciò nonostante, ricorda lo studio, a partire dai primi anni di questo secolo, la frequenza di eventi ha avuto un netto incremento, raggiungendo un picco tra il 2009 e il 2010, e questo nonostante gli eventi oggetto di studio siano rappresentativi solo di una piccola parte degli eventi effettivamente avvenuti e questo a causa di carenza di informazioni.

Risultati, quelli registrati nello studio che di fatto rappresenta la prima analisi storica relativa ai casi di sinkhole avvenuti nel territorio della regione Puglia, che evidenziano con chiarezza l’importanza della tematica che pone non pochi problemi in termini di protezione civile al territorio regionale, e che è all’origine di ingenti danni economici subiti da proprietà private, beni pubblici e dalla rete stradale.

Una materia che certamente meriterebbe una maggiore attenzione da parte degli enti locali, che dovrebbero fare tesoro delle conoscenze sul sottosuolo in possesso della Federazione speleologica pugliese, associazione che gestisce il catasto delle grotte naturali, nonché quello delle cavità artificiali.

Perché l’istituzione di un Servizio Geologico necessario in Roma Capitale è un esigenza che accomuna anche altre realtà regionali e questo al fine di conoscere meglio l’effettivo quadro territoriale e di poter procedere con maggiore precisione alla definizione di quelle suscettibilità e pericolosità da sinkhole insite nei territori e poter quindi pianificare, risanare e prevenire i dissesti idrogeologici, siano essi sprofondamenti, frane, alluvioni e allagamenti, sull’intero territorio nazionale.