Esigiamo il rispetto della vita

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Il ponte Morandi (Foto dal sito ingegneri.info)
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Sarebbe ora che i tecnici, quelli dei cantieri, quelli che lavorano, facciano dei rapporti sui tempi, i controlli e le responsabilità per tracciare un itinerario e denunciare le cause dei ritardi. È necessario capire perché da un certo punto in poi della nostra storia tutto è cominciato a crollare, a scontrarsi, ad incendiarsi…

Il ponte Morandi, a Genova, è crollato. E con lui sono state spezzate molte esistenze.

No, non ci uniamo al coro rassegnato della «tragedia annunciata». È l’ora di alzare la voce e pretendere, come cittadini, il rispetto della vita, di tutte le vite.

E per favore, non vogliamo neanche essere presi per i fondelli con motivazioni inesistenti come la pioggia.

L’ing. Antonio Brencich, professore associato di Costruzioni in C.A. e C.A.P. dell’Università di Genova è stato contattato dal sito ingegneri.info, ed ha dichiarato: Il Viadotto Morandi ha presentato fin da subito diversi aspetti problematici, oltre l’aumento dei costi di costruzione preventivati, è necessario ricordare un’erronea valutazione degli effetti differiti (viscosità) del calcestruzzo che ha prodotto un piano viario non orizzontale. Ancora nei primi anni 80 chi percorreva il viadotto era costretto a fastidiosi alti-e-bassi dovuti a spostamenti differiti delle strutture dell’impalcato diversi da quelli previsti in fase progettuale. Solo ripetute correzioni di livelletta hanno condotto il piano viario nelle attuali accettabili condizioni di semi-orizzontalità».

La gravità è che il ponte era sotto monitoraggio. Spesso accade che nonostante il monitoraggio e gli interventi in atto non si faccia in tempo ad intervenire.

Perché? Ignoranza dei controllori, stupidità della burocrazia? Alterazione della linea di controllo?

Sarebbe ora che i tecnici, quelli dei cantieri, quelli che lavorano, facciano dei rapporti sui tempi, i controlli e le responsabilità per tracciare un itinerario e denunciare le cause dei ritardi. È necessario capire perché da un certo punto in poi della nostra storia tutto è cominciato a crollare, a scontrarsi, ad incendiarsi…

 

I. L.