L’iceberg prossimo venturo

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Piattaforma-Brunt
La piattaforma Brunt
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La piattaforma Brunt è un’area di ghiaccio galleggiante situata lungo la costa nordoccidentale e protesa verso il Mare di Weddell. Dalle immagini satellitari sono emerse due fratture che si stanno allungando e, separate ad oggi da pochi chilometri, potrebbero compromettere l’integrità strutturale della piattaforma

Il nostro ecosistema, lo sappiamo bene, è molto fragile. Ora, ci mancano pure le pandemie a creare problemi. Chissà se in un futuro (non sappiamo quanto prossimo), sarà possibile con le tecnologie del settore aeronautico e spaziale monitorare e rilevare anche i virus pandemici. Ma forse questo è un problema che richiede maggiori accorgimenti direttamente sulla Terra.

Gli occhi elettronici, e i sofisticati apparati dei satelliti (che già ogni anno scongiurano migliaia di vittime all’arrivo di devastanti uragani), nel frattempo continuano a tenere sotto stretta osservazione, da un emisfero all’altro, lo stato di salute del nostro pianeta, già modificato dal cambiamento climatico, che si fanno sentire soprattutto sulle regioni polari: i guardiani in questione sono i due satelliti della costellazione «Sentinel 1», i primi che fanno parte della programma satellitare «Copernicus» della Commissione Europea. I due satelliti europei, hanno puntato gli obiettivi verso piattaforme glaciali dell’Antartide e l’area dello Stretto di Bering, il tratto di mare tra la Russia e l’Alaska; i dati raccolti mostrano come i ghiacci siano estremamente sensibili alle impennate del clima e necessitino di un monitoraggio costante. In particolare, i «Sentinel» hanno puntato la piattaforma Brunt, un’area di ghiaccio galleggiante situata lungo la costa nordoccidentale e protesa verso il Mare di Weddell.

Dalle immagini, sono emerse due fratture (nella foto) che si stanno allungando e, separate ad oggi da pochi chilometri, potrebbero compromettere l’integrità strutturale della piattaforma: la prima crepa, piuttosto ampia, si muove verso nord, mentre la seconda, è più sottile e si estende ad est. Questa spaccatura si sta dirigendo verso l’area delle McDonald Ice Rumples, zona in cui lo strato di ghiaccio galleggiante si posa sul basso fondale marino.

Nel 1971, una porzione di ghiaccio si staccò da una zona a nord delle McDonald Ice Rumples, un fenomeno che sembra anticipare quanto potrebbe accadere se le attuali fenditure si unissero.

Nei decenni, comunque, la piattaforma ha comunque subito dei cambiamenti. Grazie al radar di Sentinel-1, gli studiosi hanno constatato che la Brunt presenta un rassicurante reticolo di fratture, da cui si potrebbe staccare un iceberg grande quanto l’area della «Grande Londra». L’estremo sud della Terra è quindi in difficoltà, come indicano i ricercatori europei, e anche nell’emisfero nord lo stato di salute non è dei migliori. Sentinel-1, lo scorso 7 marzo ha monitorato l’area dello Stretto di Bering, un tratto di mare ampio solo 80 chilometri che mette in comunicazione l’Oceano Pacifico e il Mar Glaciale Artico.

In questo periodo dell’anno, lo stretto è di solito ricoperto di ghiaccio, ma le immagini del satellite mostrano che le acque sono libere e presentano solo poche lastre di ghiaccio. La raccolta dei dati relativi a questo braccio di mare è iniziata nel 1850 e da allora l’estensione della coltre glaciale è drasticamente diminuita, tanto che in questo mese si è ridotta fino a misurare solo 193mila chilometri quadrati.

 

Antonio Lo Campo