Bracconaggio ittico, sequestri e indagati nel Padovano

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    Il pesce siluro
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    Operazione «Gold river» del Gruppo Carabinieri Forestale di Rovigo. Gli elementi raccolti dalla Polizia Giudiziaria hanno consentito alla Procura della Repubblica di Rovigo, nella figura del Sost. Procuratore dott.ssa Sabrina Duò, di configurare l’associazione a delinquere a carico di alcuni soggetti di origine rumena

    Si è conclusa da parte dei militari del Gruppo CC Forestale di Rovigo e delle Stazioni dipendenti, l’operazione denominata «Gold River» volta a contrastare il fenomeno del bracconaggio ittico. Con l’esecuzione di un’Ordinanza del Tribunale di Rovigo sono stati posti sotto sequestro 2 immobili destinati alla lavorazione e stoccaggio di pesce d’acqua dolce e 5 veicoli destinati al trasporto di prodotto ittico.

    L’attività investigativa è stata avviata nel luglio 2019 ed ha individuato un’organizzazione dedita alla cattura e commercializzazione illegale di fauna ittica, perlopiù prelevata nell’areale padano.

    Con la collaborazione dell’Istituto Zooprofilattico di Ferrara e del Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione dell’Università di Padova, gli investigatori hanno constatato che la fauna ittica commercializzata, perlopiù delle specie Carpa e Siluro, veniva catturata con l’ausilio della corrente elettrica. Oltre al maltrattamento di animali, ai trasgressori è stato contestato il reato di bracconaggio ittico, previsto dalle norme penali nazionali attinenti la pesca professionale, e il deterioramento di habitat e pregiudizio della popolazione acquatica, in quanto gli apparati elettrostorditori venivano impiegati all’interno di un sito protetto del Parco Regionale Veneto del Delta del Po.

    È stata inoltre configurata l’ipotesi di reato di frode in commercio, poiché nel corso dell’attività è stata rinvenuta documentazione falsa in merito alla tracciabilità del prodotto ittico, di cui in realtà non si conosceva l’origine.

    Inoltre, è stato accertato che parte del prodotto ittico sequestrato dal personale del Servizio Veterinario, sebbene non idoneo al consumo umano, veniva immesso nel commercio alimentare, comportando gravi rischi per la salute dei consumatori.

    Gli elementi raccolti dalla Polizia Giudiziaria hanno consentito alla Procura della Repubblica di Rovigo, nella figura del Sost. Procuratore dott.ssa Sabrina Duò, di configurare l’associazione a delinquere a carico di alcuni soggetti di origine rumena.

    Sono stati iscritti nel registro degli indagati anche quattordici soggetti, tra cui tredici di nazionalità rumena ed uno di nazionalità ungherese, strettamente correlati con i vertici dell’associazione criminale che da molti anni esercitava pesca di frodo in numerose regioni italiane. Dalle indagini è emerso un giro d’affari di decine di migliaia di Euro mensili.

    L’attività si è svolta anche con il supporto dei Carabinieri Forestali del Reparto Operativo – Soarda (Sezione operativa antibracconaggio e reati a danno degli animali) del Raggruppamento CC Cites di Roma che hanno fornito apparecchiature di ultima generazione.

    Fondamentale è stata la collaborazione con la Vigilanza Volontaria Ittica Fipsas (Federazione italiana pesca sportiva ed attività subacquee), dislocata nei vari territori, con la quale l’Arma dei Carabinieri ha sottoscritto un protocollo d’Intesa finalizzato alla prevenzione ed al contrasto dell’illegalità nella tutela dell’ambiente fluviale lacustre e della fauna autoctona ed esotica in esso esistente, tra le altre cose, alla prevenzione ed al contrasto del bracconaggio ittico in ambiente fluviale.

     

    (Fonte Comando Generale Carabinieri)