Xylella, ecco le zone… miracolate

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Alcuni esempi di ripristino a breve termine di Cellina di Nardò e Ogliarola salentina colpite da Xylella fastidiosa in zona infetta. Le zone documentate si trovano in aziende olivicole che applicano il «protocollo Scortichini» a San Pietro Vernotico (Brindisi) e a Cannole (Lecce)

xylella cannole1Xylella, c’è chi recrimina, chi si fustiga perché si ritiene colpito da una… maledizione, chi pensa ai soliti complotti e chi, fra mille ostacoli, bistrattato e irriso segue la via scientifica di chi fa ricerca sul serio e pratica soluzioni che stanno portando da tempo a risultati. Il tutto fra la colpevole disattenzione della maggioranza e la poca incisività delle autorità regionali.

Ecco alcuni esempi di ripristino a breve termine di Cellina di Nardò e Ogliarola salentina colpite da Xylella fastidiosa in zona infetta. Riportiamo due esempi, ottenuti in breve tempo, di ripristino di vegetazione e produzione di aziende olivicole che coltivano Cellina di Nardò e Ogliarola salentina situate in zona infetta mediante il «protocollo Scortichini».

Le aziende si trovano a San Pietro Vernotico (Brindisi) (nel video, N.d.R.) e a Cannole (Lecce).

xylella cannole 2Nel primo caso l’azienda segue regolarmente il protocollo da due anni mentre nel caso di Cannole la «cura» è iniziata a marzo scorso. In quest’ultimo caso si sottolinea come gli alberi si presentavano, a fine inverno, con molti disseccamenti mentre in piena estate, nonostante le temperature torride che si registrano in Salento da metà luglio ad oggi, le piante si sono ricoperte di nuova vegetazione. Nella zona la maggior parte degli oliveti sono completamente disseccati e sono stati, in gran parte dati alle fiamme.

xylella cannole 4Comportamenti irresponsabili, dettati dalla disperazione e dallo sconforto, comprensibile per operatori agricoli lasciati soli in balia di poche informazioni o, peggio, di avidità da parte di esponenti di varie lobby. Forse era meglio dare ascolto a chi promuoveva, su basi scientifiche, di curare gli alberi invece di abbandonare gli oliveti al loro destino.

 

R. V. G.

 

 

 

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