La sostenibilità che viene in… treno

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Le imprese e le istituzioni coinvolte rivelano un atteggiamento inedito verso la salvaguardia dell’ambiente nel quale l’opera vedrà la luce. D’altro canto la realizzazione di una grande opera infrastrutturale rappresenta sempre un’opportunità di trasformazione dei luoghi e delle comunità

Un’opera infrastrutturale diventa sempre un elemento che favorisce la crescita del territorio in cui viene realizzata. Questo è molto vero per le ferrovie.
La storia ci insegna che attorno ai binari sono fiorite intere civiltà, in ogni angolo del mondo. Nei centri abitati di una volta la stazione ferroviaria era un edificio importantissimo. Insieme alla farmacia, al municipio e alla chiesa madre.
Oggi che la parola d’ordine è sostenibilità, si sta affacciando un nuovo modo di edificare le infrastrutture ferroviarie. Le imprese e le istituzioni coinvolte rivelano un atteggiamento inedito verso la salvaguardia dell’ambiente nel quale l’opera vedrà la luce. D’altro canto la realizzazione di una grande opera infrastrutturale rappresenta sempre un’opportunità di trasformazione dei luoghi e delle comunità.

Una progettazione sostenibile

Però, affinché un’opera risulti davvero sostenibile, anche il cantiere che la fa nascere deve esserlo. Le ferrovie italiane da diversi anni corrono, attraverso Italferr (società di ingegneria del Gruppo FS italiane), sul binario di una progettazione e di una costruzione orientate alla sostenibilità ambientale, alla compatibilità economica e all’innovazione sociale.
Italferr, società del Gruppo Ferrovie dello Stato italiane, incarna il successo della grande ingegneria italiana, consolidatasi in oltre 30 anni di esperienze nei grandi progetti infrastrutturali per il settore ferroviario convenzionale e per quello ad Alta Velocità, nel trasporto metropolitano e stradale, nella progettazione di porti e stazioni, in Italia e all’estero. Dalla progettazione fino agli appalti, alla direzione e supervisione dei lavori, al collaudo e alla messa in servizio di linee, stazioni, centri intermodali e interporti, al project management, alle consulenze organizzative, al training e al trasferimento di know-how specialistico ed innovativo.

Gli strumenti della progettazione

La società in questione adotta metodi e protocolli di sostenibilità per misurare il valore generato da una specifica opera in un dato territorio. Ecco attraverso quali strumenti. Uno è il calcolo dell’impronta climatica delle opere, che indirizza il progettista nel perfezionamento delle soluzioni e stimola le imprese appaltatrici a ricercare sistemi più rispettosi dell’ambiente per l’approvvigionamento e il trasporto dei materiali nel cantiere.
Un altro è il protocollo Envision, che permette di certificare il livello di sostenibilità dell’infrastruttura attraverso una griglia di analisi, adattabile a qualunque progetto di sviluppo infrastrutturale. Envision è uno strumento di valutazione indipendente, in grado di supportare concretamente imprese, progettisti, amministrazioni pubbliche e cittadini nella progettazione delle infrastrutture. Sotto il profilo dell’efficacia dell’investimento, del rispetto dell’ecosistema, del rischio climatico e ambientale, della durabilità, della leadership e del miglioramento della qualità della vita, Envision guarda in modo interdisciplinare e globale allo sviluppo dell’infrastruttura e alla sua sostenibilità a lungo termine.
Con Envision è possibile progettare e realizzare strade, ferrovie, porti, aeroporti, elettrodotti, centrali per energia, reti di comunicazione, etc., basandosi sulla misurazione oggettiva dei vantaggi che il progetto stesso ha nei confronti della comunità, delle capacità gestionali e manutentive durante tutta la sua vita utile e sull’opportunità di compartecipazione tra capitali pubblici e capitali privati.
Un terzo è la valutazione Lca (Life Cycle Assessment, Valutazione del ciclo di vita), uno strumento di analisi che permette una visione a 360 gradi sui potenziali impatti ambientali, energetici, climatici in relazione a tutte le fasi della vita utile dell’opera.
Con questa consapevolezza il Gruppo FS italiane, tramite Italferr, progetta le infrastrutture collegando stabilmente e in senso sostenibile, il cantiere che guida la fase progettuale alla sua effettiva operatività.
Due ulteriori strumenti per l’attuazione della sostenibilità in campo ferroviario sono i Sistemi di gestione ambientale (norma Uni En Iso 14001), ideati per preservare le peculiarità ambientali del territorio, e il Modello di Carbon Footprint, che indirizza gli appaltatori a fornire materiali da costruzione (specie cemento e acciaio) a basse emissioni di CO2, a privilegiare l’uso di quelli già disponibili nel contesto di riferimento e al riutilizzo dei materiali provenienti dagli scavi.

La corretta realizzazione

L’esempio della linea ferroviaria AV/AC Milano-Genova «Terzo Valico dei Giovi» (investimento complessivo 6,8 miliardi di euro) attua le peculiarità della politica infrastrutturale del Gruppo FS italiane fin qui esaminate.
La governance della corretta realizzazione dell’opera sotto il profilo ambientale viene effettuata dal ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (Mattm) attraverso due organi:
1) l’Osservatorio ambientale (Oa) che esamina sotto il profilo ambientale la realizzazione dell’infrastruttura e le ricadute sul territorio, sovrintende alla esecuzione del monitoraggio ambientale e indica ogni utile iniziativa ritenuta necessaria;
2) la Commissione speciale di verifica dell’impatto ambientale che effettua le verifiche istituzionali (Via, Put ecc.).
Inoltre le Arpa (Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente) svolgono ruolo di Supporto tecnico-scientifico all’Oa e ai suoi Gruppi di lavoro tematici e a partire dal 2017 sono diventati membri effettivi dell’Osservatorio ambientale.
Specifiche convenzioni sottoscritte con Rfi regolano il contributo della Società alle attività delle Arpa di verifica della corretta esecuzione del monitoraggio ambientale (anche mediante sopralluoghi in campo e campionamenti in parallelo, nonché mediante proposte di eventuali integrazioni o attività aggiuntive e/o azioni correttive da mettere in atto in caso di criticità).
Tra i fronti di impegno per la salvaguardia ambientale, di particolare rilevanza quelli relativi al riuso dei materiali di scavo: il materiale non classificato come rifiuto verrà in parte riutilizzato per la realizzazione delle opere della nuova linea e in parte destinato alla riqualificazione ambientale in particolare dei siti di cava non più attivi. Dove le condizioni logistiche lo permettono, sono stati previsti nastri trasportatori che fanno arrivare il materiale di scavo direttamente al sito da riqualificare, evitando il trasporto su gomma. È il caso ad esempio delle terre di scavo di due delle «finestre» della Galleria di Valico: quelle in uscita dalla finestra di Cravasco verranno trasferite con nastro trasportatore direttamente presso la cava Castellaro, situata sulla parte opposta della valle, mentre quelle in uscita dalla finestra di Vallemme verranno trasferite nella ex Cava Cementir, posta di fronte l’imbocco della finestra stessa.
In caso di rinvenimento di amianto nel materiale di scavo è prevista l’attivazione di specifiche procedure, definite tramite il Protocollo di gestione del rischio amianto per il Terzo valico; redatto dal Gruppo di Lavoro Amianto del Osservatorio ambientale e sottoscritto dalle Regioni Piemonte e Liguria e dalle Province di Alessandria e Genova.
L’Osservatorio Ambientale, con il supporto delle Regioni Liguria e Piemonte, ha costituito uno speciale Gruppo di Lavoro Idrogeologia che ha curato uno studio sulle sorgenti presenti e su quelle a eventuale rischio isterilimento, sulla base del quale ha definito i necessari correttivi alle modalità di esecuzione dell’opera nonché le procedure di monitoraggio della qualità dei punti d’acqua ante operam, in corso d’opera e post operam.
Per la mitigazione dell’impatto acustico nelle tratte all’aperto della nuova linea è prevista la realizzazione di barriere fonoassorbenti/fonoriflettenti.
Non solo, quindi, una nuova opera di collegamento ferroviario, ma anche e soprattutto un volano per lo sviluppo ambientale, economico, sociale e turistico dell’Alessandrino. Fra gli interventi individuati nel Progetto Condiviso tra Mims, Commissario straordinario, Regione Piemonte, Provincia di Alessandria, 11 Comuni piemontesi e Rfi (supportata tecnicamente da Italferr) figurano anzitutto 14 chilometri di nuovi percorsi ciclabili e 94 chilometri di sentieri pedonali per incentivare la mobilità soft e il turismo. Poi, realizzazione di aree verdi, parchi giochi, impianti sportivi, restauro dei luoghi e illuminazione del territorio per un totale di 28 aree pubbliche da riqualificare. Infine, realizzazione di 6 chilometri di nuove infrastrutture stradali, messa in sicurezza e manutenzione straordinaria di 36 chilometri di strade e predisposizione di 11 nuovi interventi infrastrutturali per la mitigazione del rischio idrogeologico.

 

Francesco Sannicandro, già Dirigente Regione Puglia e Consulente Autorità di Bacino della Puglia

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