Sos per la cava Pontrelli di Altamura

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foto di Antonello Fiore
In pericolo un patrimonio unico. Foto di Antonello Fiore
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È in grave stato di abbandono

֎Appello da Giovanna Amedei, presidente dell’Ordine dei geologi della Puglia. Per valorizzare i geositi della regione Puglia servono leggi e finanziamenti֎

I geositi rappresentano la geodiversità di un territorio, intesa come gamma dei caratteri geologici, geomorfologici, idrologici e pedologici caratteristici di una data area. Tenuto conto che tali caratteri risultano determinanti per le diverse specie che vivono in tali territori, si può ritenere che la conservazione della geodiversità e la tutela del patrimonio geologico contribuiscano a combattere la perdita della biodiversità ed al mantenimento dell’integrità degli ecosistemi.

«Un geosito può essere definito come località, area o territorio in cui è possibile individuare un interesse geologico o geomorfologico per la conservazione» (W.A.P. Wimbledon, 1996).

Un geosito quindi è in grado di fornire un contributo utile alla comprensione dell’evoluzione geologica di una data regione. «Singolarità geologiche» che per rarità, valore scientifico e talora bellezza paesaggistica, possono essere considerate dei veri monumenti naturali da salvaguardare, tutelare e valorizzare.

Partiva così l’articolo pubblicato quasi un anno fa su «Villaggio Globale», articolo che aveva affrontato la situazione legata ai geositi in regione Puglia.

E a distanza di un anno nulla è cambiato.

Al momento in regione Puglia risulta ancora un primo censimento di circa 440 siti censiti tra geositi ed emergenze geologiche che non è ancora stato validato da parte dell’Istituto superiore per la protezione ambientale (Ispra) e non risulta pertanto nell’Inventario nazionale dei geositi. Ma non è solo una questione di etichetta o di riconoscimenti ma di tutela del territorio che deve riguardare la comunità tutta e che deve essere gestita con leggi regionali ad hoc e finanziamenti per non cancellare la memoria storico-geologica della regione Puglia.

Giovanna Amedei, presidente dell’Ordine dei geologi della Puglia (Org), in argomento ha voluto ribadire come il nostro territorio sia come un libro dove le pagine sono fossili, minerali, rocce affioranti che ci forniscono informazioni sulla formazione ed evoluzione della Terra. Un vero patrimonio che da anni i geologici cercano di far conoscere e soprattutto conservare e valorizzare.

Purtroppo, prosegue Amedei, questo non sempre avviene e ne è una prova lo stato in cui versa la cava Pontrelli di Altamura. Un giacimento, risalente a circa 70 milioni di anni fa (Cretaceo), con circa 20.000 impronte di dinosauri ben conservate ed organizzate in vere e proprie piste. Si tratta di impronte di oltre 200 esemplari di almeno 5 diverse specie appartenenti prevalentemente a dinosauri erbivori, ma anche a qualche carnivoro. Un sito di grande importanza «climatica» perché ci fa capire come nel Cretaceo la Puglia aveva un ambiente tropicale, con caldo ed estese piane fangose.

Lo studio delle impronte, oltre che il clima, ha permesso di avere informazioni sugli stessi dinosauri, la loro postura, il modo e la velocità di camminare, il comportamento alimentare. Tracce fossili uniche nel mondo per il loro stato di conservazione e diversità, tanto da essere luogo di visita di tanti geologi, studiosi e appassionati.

Insomma un bene inestimabile che oggi, dopo i primi interventi di valorizzazione, è completamente abbandonato.

Ancora una volta, conclude Amedei, non si comprende l’importanza di una ricchezza che la storia geologica ci ha «regalato», di come occorre andare «oltre» il semplice censimento dei geositi ma è necessario intervenire con leggi regionali e finanziamenti.

 

Elsa Sciancalepore